Gilmozzi: niente Unesco per le Marocche

DRO. Le Marocche non entreranno a far parte del Patrimonio mondiale Unesco. A dichiararlo, la Giunta provinciale, che respinge la proposta presentata alcune settimane fa dal consigliere Claudio...



DRO. Le Marocche non entreranno a far parte del Patrimonio mondiale Unesco. A dichiararlo, la Giunta provinciale, che respinge la proposta presentata alcune settimane fa dal consigliere Claudio Civettini, e sceglie di non inoltrare la richiesta, definendola “poco motivabile”.

«Istituite come biotopo nel 1987, le Marocche dal 2002 sono individuate come Riserva naturale provinciale, mentre dal 2014 rientrano nella Rete delle Riserve del Parco Fluviale della Sarca. Livelli di protezione che hanno assicurato efficacemente la conservazione degli habitat e delle specie che costituiscono l’area protetta» - si legge nella risposta, firmata dall’assessore alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi.

Pur riconoscendo la specialità e il valore dei fattori ambientali e storici presentati dal consigliere Civettini (che, nell’interrogazione, riportava alla memoria la presenza di fossili e le leggende sulla città di Kas), la richiesta di un'ulteriore nomina protettiva risulterebbe dunque, per la Giunta provinciale, ridondante. «Tali riconoscimenti - prosegue, infatti, il responso ufficiale - si ritiene siano sufficienti a suggellare il valore ambientale e territoriale del contesto naturale in esame».

Oltre a ciò, come si legge ancora: «L’area ha avuto origine dal crollo di masse rocciose a matrice calcarea-dolomitica dai versanti: fenomeno non unico, né raro nell'arco alpino perché analoghi crolli sono riscontrabili nei fondovalle di tutta la catena delle Alpi, i quali presentano, del resto, somiglianti forme di colonizzazione nella vegetazione e nella fauna». Esempi portati ad avvalorare la tesi, il lago di Molveno e alcune colline a sud di Rovereto.

Le Marocche sarebbero quindi, stando alla risposta di Gilmozzi e alla Giunta provinciale, un’area come molte nel territorio trentino, «già implicitamente nel Patrimonio Unesco attraverso il titolo di World Heritage Dolomiti, che va a fregiare, congiuntamente, la complessità ambientale del sistema dolomitico, comprendendo anche i sistemi detritici di antica origine gravitativa».

Inutile, dunque, una richiesta ulteriore, dal momento che «oggettivamente non ha quei caratteri di eclatante, planetaria e universale specialità necessari per ambire alla nomina di bene Unesco». (k.d.e.)













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