Alphacan cambia azionisti: attesa per il piano industriale 

Industria. La multinazionale francese ha una sede ad Arco. Il capitale della società sarà ceduto al 100% ad Alphapro di Bruno Mousset. Per Cerutti (Filctem Cgil) «è una buona notizia»


MATTEO CASSOL


Arco. Cambiano gli azionisti di Alphacan, multinazionale francese con stabilimento ad Arco. Il capitale delle società Alphacan e Profialis sarà ceduto ad Alphapro, di proprietà di Bruno Mousset, attuale presidente di Alphacan, che avrà il 75%, mentre il 25% sarà di Gilles Devalicourt, attuale cfo sempre di Alphacan. Alla fine Alphapro deterrà al 100% la società Alphacan, la quale controllerà al 100% Profialis, Alphacan Italia e Alphacan Croazia. Mousset assumerà la direzione di Profialis oltre all’attuale direzione di Alphacan.

«La fusione di Profialis con Alphacan – spiega il direttore generale dello stabilimento di Arco Eduardo Jimenez – permetterà al nuovo gruppo di fare massa critica sul mercato francese ed europeo e divenire un attore importante nel settore del serramento. La complementarietà delle gamme e le sinergie raggiunte in seno a questo nuovo gruppo favoriranno un nuovo sviluppo e permettere un’ottimizzazione e una mutualità dei mezzi. Il Consiglio di amministrazione Alphacan formulerà una comunicazione entro il 10 settembre, dal momento che è prevista per il 3 settembre un’altra riunione del Cda. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre dovrebbe essere fissata un’udienza al tribunale del commercio di Nantes, per omologare l’accordo all’interno del quadro della procedura di conciliazione intrapresa dal nostro azionista. La cessione di Alphacan e Profialis dovrebbe essere finalizzata prima della fine di ottobre».

«Il fatto che al posto di un fondo subentri una compagine industriale – commenta Mario Cerutti delle Filctem-Cgil – è una buona notizia, così come è positivo che ci siano state trasparenza e comunicazione preventiva, segno di rapporti interni sani. Detto questo, bisognerà poi guardare al concreto, ossia al piano industriale e alla partita della sede. I livelli occupazionali (un’ottantina i dipendenti) devono essere mantenuti e, qualora la proprietà dovesse confermare la volontà di vendere e trasferire lo stabilimento, lo spostamento dovrebbe essere al massimo di qualche chilometro. In questo senso deve muoversi la politica, in primis, come da mozione approvata all’unanimità, il Comune di Arco».















Scuola & Ricerca

In primo piano