Addio ad Adolfo Toller, il papà dell’alberghiero
Nel 1963 fu chiamato da Kessler ad aprire il primo istituto pensato per il turismo Uomo autorevole , è stato anche presidente dell’Azienda di soggiorno di Riva
RIVA. L’ultima apparizione pubblica risale a maggio del 2013, nella “sua” scuola, l’istituto alberghiero di Varone, che quell’anno celebrava i cinquant’anni di attività. Chi era presente quel giorno, lo ricorda affaticato, ma ancora pieno di quella forza d’animo che ha contraddistinto la sua esistenza di educatore, “severo ma giusto”, per citare uno dei messaggi di cordoglio che un ex studente gli ha dedicato su Facebook. Mercoledì notte si è spento, a 97 anni, Adolfo Toller, il papà dell’istituto alberghiero rivano. Fu lui, infatti, chiamato nel 1963 dalla Provincia guidata da Bruno Kessler, ad aprire le porte di una scuola – la prima in Trentino - che per oltre mezzo secolo ha fornito personale d’eccellenza per il turismo trentino e non solo.
Originario di Lavis, Adolfo Toller aveva iniziato la sua carriera di insegnante alle elementari, dove aveva ricoperto anche il ruolo di fiduciario, prima di passare alla scuola media. Nel 1963, appunto, la chiamata per fondare una realtà fortemente voluta da Bruno Kessler, l’Istituto professionale alberghiero provinciale, l’Ipap, come si chiamava allora prima di passare sotto l’ombrello (negli anni Ottanta) dell’Enaip. La sensibilità per il mondo turistico Toller l’aveva coltivata in casa grazie alla moglie Annamaria – prematuramente scomparsa nel 1981, a soli 54 anni – a lungo impiegata in un albergo sull’Alpe di Siusi e successivamente gestrice di un hotel a Levico di proprietà della Pontificia opera di assistenza.
Erano gli anni dello sviluppo turistico del Garda trentino e sotto la guida di Toller la scuola riscosse un successo enorme, raccogliendo studenti da tutta la provincia: non a caso c’era un ampio convitto interno, oggi trasformato in spazi didattici. Toller per seguire il progetto si trasferì, letteralmente, da Trento alla scuola: viveva, infatti, con la famiglia in un appartamento al terzo piano dell’istituto, oggi l’alloggio del custode. «Dalle 7.30 del mattino alle 20.30, la sua vita erano la scuola e gli studenti», ricorda la figlia Donatella.
Le capacità di Toller lo avevano portato anche alla guida, negli anni Settanta, di quella che allora si chiamava Azienda di soggiorno di Riva, l’antesignana dell’Apt Garda Trentino. Un ruolo che sanciva lo stretto legame fra l’industria del turismo e la scuola che doveva formare gli operatori ad essa destinati. «Negli anni in cui la scuola era guidata da Toller, il lavoro era garantito – ricorda lo chef Marcello Colò, prima studente e poi docente all’alberghiero – ci chiamavano a lavorare non solo dal Trentino, ma da tutta Italia». Un’esperienza talmente positiva, quella di Varone, che fu esportata, sempre sotto la regìa di Toller, in molte altre valli trentine: a Ossana, in val di Sole, nel Primiero, a Tione, a Rovereto.
Quella di Adolfo Toller non era solo severità, ma soprattutto autorevolezza, che gli è stata più volte riconosciuta dalle migliaia di studenti che lo hanno incrociato. Non a caso, in molte occasioni Toller è stato l’ospite d’onore negli incontri degli ex studenti, oggi riuniti in un’attiva associazione: occasioni nelle quali i più “discoli” non mancavano di ringraziare l’ex preside per averli aiutati a rimanere sui binari giusti. Nel 1987 il pensionamento e l’inizio di un’attività altrettanto soddisfacente: quella di nonno (di otto nipoti) e di bisnonno (di dieci pronipoti).
Adolfo Toller lascia le figlie Donatella, Maria Luisa e Irene e il figlio Giovanni. Il funerale domani mattina, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Varone.
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