Il caso

Alto Adige, via 15 ettari di bosco per realizzare bacini idrici: la rabbia ambientalista

Il gruppo ambientalisti ha spostato il focus sul luogo dell’intervento, tra Caldaro e Termeno: verrebbe distrutto un bosco di faggi per costruire sei serbatoi (85% dell’acqua ai vigneti e 15% ai frutteti): 15 ettari di verde per fare spazio ai bacini idrici 



BOLZANO. Dura la critica ambientalista per la costruzione di bacini idrici nei comuni di Caldaro e Termeno in una foresta di faggi per fornire irrigazione supplementare ai vigneti e meleti della zona.

In una nota la Federazione ambientalisti Alto Adige e le associazioni Heimatpflegeverband, Alpenverein, l'associazione biologi dell'Alto Adige, il "Verein fuer Kultur und Heimatpflege Kaltern", "Umweltgruppe Kaltern" e "Unser Wald" spiegano che i bacini idrici che vuole costruire il Consorzio di miglioramento fondiario di 2° grado di Caldaro "saranno grandi quanto l'intero centro storico di Caldaro. Il tutto sarà costruito nella straordinaria foresta di faggi appartenente alla comunità. Nel nostro bosco verranno costruiti sei serbatoi (Rastenbach, Bärental, Tröpfltal, Feld, Söll e Purtznai) per fornire ai vigneti (85%) e ai frutteti (15%) di Caldaro e Termeno un'irrigazione supplementare (circa 345.000 mü di volume di stoccaggio)".

Secondo gli ambientalisti non sarebbe nemmeno chiaro quanto sia realmente il fabbisogno per irrigare vigneti, coltivazione di per sé con basso fabbisogno idrico e i meleti. "Se il progetto venisse realizzato, oltre 15 ettari (tubature di collegamento e le aree di cantiere escluse) di bosco pianeggiante verrebbero distrutti e non sarebbero più accessibili al pubblico".

"Proprio un bosco di faggi pianeggiante è indispensabile oggi come in futuro per la salute e la ricreazione, questa foresta crea identità ed è essenziale per la regolazione del clima in tempi di cambiamento come quelli attuali", si legge nella nota degli ambientalisti che chiedono di proteggere i boschi "prima che sia troppo tardi".













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