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Allarme Fenalt: «Emorragia di operatori nelle case di riposo»

Il sindacato: «L’aumento di Oss non basta». Tonina: «Entro maggio la nuova procedura per i posti di sollievo per chi assiste non autosufficienti in casa»



TRENTO. "Ogni giorno almeno un operatore si licenzia dalle case di riposo per spostarsi verso Apss: l'emorragia di personale è continua. Il problema delle case di riposo continua a non essere compreso da chi le gestisce". Ѐ la denuncia di Roberto Moser, vice segretario generale della Fenalt, circa la situazione definita "di stallo" che "sta penalizzando gli operatori del settore" nonostante lo stanziamento provinciale di 3 milioni di euro a favore del personale delle case di riposo varato su richiesta dell'assessore provinciale alla sanità Mario Tonina.

"Parliamo di una cifra che, distribuita tra circa 4.000 dipendenti delle Apsp, si traduce in circa 500 euro l'anno a operatore. Una somma che non cambia la vita a nessuno, ma che potrebbe rappresentare un incentivo per chi sta valutando di abbandonare le Apsp per passare ad Apss, dove le condizioni contrattuali sono migliori", ha osservato Moser. La Fenalt, ricorda Moser, ha sollecitato più volte l'Unione provinciale istituzioni per l'assistenza (Upipa) a convocare il tavolo sindacale per stabilire le modalità di ripartizione ed erogazione delle risorse, senza ottenere risposte: "Quando si trattava di comunicarci che le risorse non c'erano, le convocazioni arrivavano puntuali", sottolinea Moser.

Lo stesso innalzamento dei parametri dell'assistenza generica operato dalla Provincia con la previsione di un aumento del numero di operatori (un Oss in più ogni 60 posti letto) non basta secondo la Fenalt. Quello del buono pasto è un altro tema centrale: "Ad oggi, solo il 25% dei lavoratori riesce effettivamente a usufruirne, mentre il restante 75%, a causa dei carichi di lavoro, ne resta escluso", avverte Moser. L'Apss ha anche avviato il recupero per chi li usa fuori orario, anche per solo quale minuto. "Ogni giorno vengono trattenuti 7 euro a operatore", riferisce Moser che stime il risparmio per le Apsp in 6 milioni di euro annui. "Siamo stanchi di parole al vento. Sarà il giudice del lavoro a stabilire se questi lavoratori hanno diritto o meno al buono pasto", conclude la nota della Fenalt. 

Intanto in consiglio provinciale, rispondendo a un’interrogazione della consigliera Francesca Parolari (Pd), l’assessore Tonina ha spiegato che "è stato dato mandato all'Apss di individuare entro maggio 2025 una procedura specifica per la gestione dei posti letto di sollievo" per chi si prende cura di un anziano o un malato non autosufficiente in casa. "Si apprende dalla stampa che per la prenotazione dei posti di sollievo estivi nelle Rsa della Vallagarina le domande sono state raccolte qualche giorno fa sulla base dell'ordine di prenotazione all'Uvm", aveva scritto Parolari nell'interrogazione. "Ciò ha comportato che le famiglie interessate e bisognose del servizio si sono presentate davanti alla porta dello stabile di via San Giovanni Bosco, in pieno inverno, prima dell'alba per avere la certezza di un posto. Stessa cosa era successa lo scorso anno a Trento". A detta di Parolari, si tratta di "una procedura incivile che non tiene conto del reale bisogno delle famiglie". "Condivido quanto lei ha portato all'attenzione", ha replicato Tonina, spiegando che "la problematica era già all'attenzione dell'assessorato".













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