Alla Dolomiti Conference l’allarme dell’Oms: la crisi climatica potrebbe causare fino a 250mila morti annui dal 2030
Jacopo Tomasina, advocacy advisor di Emergency: “L'impatto del clima sul costo della salute potrebbe pesare dai 2 ai 4 miliardi di dollari”
TRENTO. "L'Organizzazione mondiale della sanità ritiene il cambiamento climatico la singola più grande minaccia che l'umanità deve affrontare per la salute globale, che tra il 2030 e il 2050 porterà a 250.000 morti all'anno principalmente per malaria, ondate di calore e malnutrizione".
A dirlo è Jacopo Tomasina, advocacy advisor di Emergency, che nel secondo giorno della Dolomite conference on global governance of climate change, promossa a Trento e Bolzano dal think tank Vision con il supporto di Autostrada del Brennero e Axa Italia, ha parlato nel panel "Back to mare nostrum: climate change and migration".
Tomasina si è concentrato sull'impatto del cambiamento climatico sulla salute globale e, di conseguenza, sulle migrazioni.
"In Sudan - ha aggiunto - in questo momento c'è una guerra che ha ulteriormente compromesso un sistema sanitario che già aveva dei problemi strutturali. E, al manifestarsi di alcuni eventi climatici, perché recentemente ci sono state delle piogge, immediatamente hanno cominciato a presentarsi delle crescite nei numeri di malattie legate all'acqua potabile pulita".
Tomasina, sempre citando i dati dell'Oms, ha parlato anche di impatto sul "costo diretto" della salute che va "dai 2 ai 4 miliardi di dollari annui entro il 2030".