sanità

All'ospedale di Rovereto una nuova area critica entro il 2026

Botta e risposta tra l’assessore provinciale e il consigliere Zanella sulla programmazione della terapia intensiva



TRENTO. Una nuova area critica modulata, secondo diversi livelli di intensità di cura e assistenza, verrà realizzata nell'ospedale di Rovereto. I nuovi spazi, che verranno ultimati nel secondo semestre del 2026, permetteranno una maggiore flessibilità d'impiego al di fuori degli eventi straordinari (come la pandemia). Lo ha reso noto l'assessore alla salute della Provincia di Trento, Mario Tonina, rispondendo a un'interrogazione del consigliere Paolo Zanella (Pd) sull'occupazione dei posti letto in terapia intensiva.

"Oltre alle dotazioni tecnico-impiantistiche proprie di un'area intensiva, la nuova area avrà i requisiti necessari per assicurare la dovuta privacy e umanizzazione delle cure. La riduzione dei posti letto dell'unità operativa di Geriatria ha consentito una migliore presa in carico del paziente anziano da parte dell'equipe medica, con conseguente notevole riduzione dei tempi di degenza e un considerevole aumento del turnover dei pazienti sul singolo posto letto", ha spiegato Tonina.

Secondo i dati presentati dall'esponente di Giunta, il problema principale riguarda geriatria, dove l'occupazione dei posti letto, sia a Rovereto, sia a Trento, non è mai scesa sotto il 90% dal 2021. Dall'ottobre 2022 sono quindi stati attivati quattro posti letto a Ortogeriatria per pazienti anziani ortopedici con elevata fragilità, incrementati a cinque nell'ottobre 2023. Contestualmente, l'azienda sanitaria sta programmando "un rafforzamento della rete geriatrica ospedale-territorio attraverso l'utilizzo di risorse mediche ospedaliere da impiegare sul territorio". Infine, sono conclusi i lavori per dieci posti letto di terapia sub-intensiva previsti presso l'ospedale Alto Garda e Ledro.

Zanella, da parte sua, non ha risparmiato critiche alle scelte della Provincia: "Sono anni che ribadisco l'assurdità (s)programmatoria dell'assessorato alla Salute e dell'Apss che imperterriti si ostinano a portare i posti letto di terapia intensiva a un più che raddoppio, da 32 a 78. Il tutto dovuto a una ridefinizione a livello nazionale, durante la pandemia, del numero di posti letto per abitanti da portare a 0,14 per mille. Un aumento che andava ri-contrattato con lo Stato, cosa che abbiamo chiesto di fare a inizio mandato anche all'assessore Tonina, inascoltati. Certo che qualche posto in più in rianimazione serviva, ma non un aumento di questa entità, tantomeno un incremento del 400% di posti a Rovereto (attualmente sono 8 ai quali se ne aggiungeranno 32 che si inizieranno a realizzare a breve)".

"Bene che si sia rivista la funzione di parte di quei posti letto, rendendone almeno metà utilizzabili anche per degenze ordinarie, ma ci si chiede quale programmazione di risorse umane ci sia dietro: numeri e formazione del personale per un reparto ordinario e per una terapia intensiva, infatti, sono ben diversi e quindi sembra l'ennesima boutade", aggiunge Zanella, facendo presente che "con geriatrie sovraccariche (a Rovereto tasso di occupazione 98,7% e a Trento 104,3%) avrebbe più senso riaprire posti di geriatria che di rianimazione, visto che aumentare il turnover dei posti letto in geriatria non pare aver decongestionato il reparto (tasso di occupazione aumentato dell'8% rispetto al 2022) e non sappiamo nemmeno che esiti abbia avuto comprimere i tempi di degenza (ad esempio dei tassi di riammissioni)".













Scuola & Ricerca

In primo piano