Agitu, raccolti 106.753 euro. I gestori dei fondi: «Dateci idee su come impiegarli»
I nodi dell’immobile della vecchia scuola di Frassilongo e del marchio dell’impresa agricola: si cercano persone interessate
TRENTO. "Vogliamo ringraziare chi ha sottoscritto il 'crowdfunding', con il quale sono stati raccolti 106.753,89 euro". Così il notaio Paolo Piccoli, garante della raccolta fondi dedicata ad Agitu Ideo Gudeta, pastora etiope di 42 anni, simbolo dell'integrazione in Trentino, di cui domani ricorrono due anni dall'uccisione.
Piccoli fa parte del comitato di gestione dei fondi assieme a Elisabetta Nardelli, amica di Agitu, e a Mussie Zerai Yosief. A quanto precisato da Piccoli, a metà del 2021 i fondi raccolti sono stati accreditati su un conto corrente appositamente acceso presso la Cassa di Trento dal comitato di gestione.
Le somme finora impiegate sono quelle per i servizi funebri (pari a 2.164,30 euro), per il viaggio dei parenti, il soggiorno a Trento e il rimpatrio della salma (4.024,51 euro) e per il contributo per il mantenimento delle capre (13.099,79 euro). A queste spese si aggiungono quelle per imposte, registro e bollo (357,96 euro). Il totale già speso è di 19.646,56 euro.
"Siamo ancora in contatto con Beth, sorella di Agitu", ha specificato Nardelli. "Rivolgiamo un appello ai sottoscrittori perché ci diano delle idee alla casella e-mail dedicata (comitato.agitu@gmail.com), per capire come usare al meglio il resto dei fondi", ha concluso Piccoli.
"L'immobile della vecchia scuola di Frassilongo, dove Agitu aveva ricavato il suo caseificio, è un tema scottante: sarebbe il bene di maggiore valore. Ho cercato disponibilità in valle per trasformarlo in un unico immobile o in una serie di appartamenti, ma non ci sono state manifestazioni d'interesse. Da questo punto di vista sono pubblicamente in difficoltà. Qualsiasi idea è ben accetta".
Lo ha detto, in conferenza stampa, l'avvocato Annarosa Molinari, nominata dal Tribunale di Trento curatrice dell'eredità giacente di Agitu Ideo Gudeta, in riferimento all'immobile che la pastora etiope voleva ristrutturare e per il quale aveva contratto dei debiti. "Ora il gregge di Agitu è stato ricompattato presso un imprenditore della valle dei Laghi. È un allevatore che segue un'etica professionale uguale a quella di Agitu", ha spiegato Molinari. Sul tema dei debiti, la curatrice non si è sbilanciata, ma ha precisato che "quando Agitu era in vita, usufruiva di contributi provinciali, che sono venuti meno al momento della morte".
"Per disporre dei contributi bisognerebbe trovare un'imprenditrice che risponda alle caratteristiche di Agitu: donna, con una certa età e che investa nel biologico", ha aggiunto Molinari. "Ho fatto tutti i tentativi possibili per valorizzare il marchio di Agitu in loco, in Trentino. Una manifestazione d'interesse era venuta da un imprenditore della valle di Fassa, ma è caduta anche per incompatibilità con le regole Cee. Ora però dovrò guardare fuori dai confini, perché non ci sono state altre manifestazioni di interesse", ha concluso l'avvocato. C.L.