A Pasqua lavorano 5 milioni di italiani, in Trentino Alto Adige niente riposo per 90mila dipendenti
Le stime della Cgia di Mestre. Nel contesto europeo, l'Italia si posiziona nella parte bassa della classifica tra i Paesi in cui si lavora durante le festività, con il 20,4% dei dipendenti impegnati nei giorni festivi, leggermente al di sotto della media UE del 20,6%. La Germania presenta la percentuale più bassa con il 14,6%
TRENTO. Secondo le elaborazioni dell'Ufficio studi CGIA su dati Istat, mentre oltre 11 milioni di italiani approfitteranno del ponte pasquale per concedersi giorni di riposo, circa 5 milioni di lavoratori saranno impegnati anche durante queste festività. Il fenomeno riguarda anche il Trentino Alto Adige, dove la percentuale di dipendenti che lavorano nei giorni festivi raggiunge il 21,6% del totale, collocando la regione a metà classifica nel panorama nazionale.
In termini assoluti, dei 407.500 lavoratori dipendenti presenti in Trentino Alto Adige, circa 87.900 saranno impegnati durante il weekend pasquale. Un dato significativo che supera la media nazionale attestata al 20,4%, ma che rimane comunque distante dai picchi registrati in regioni come Sardegna e Liguria, entrambe con il 26,9% di lavoratori attivi durante le festività.
Il panorama trentino riflette la tendenza nazionale che vede il settore alberghiero e della ristorazione come quello maggiormente coinvolto nei turni festivi. A livello italiano, infatti, il 70,2% dei dipendenti di questo comparto lavora regolarmente la domenica e nei giorni di festa. Data la forte vocazione turistica del territorio trentino, una percentuale significativa di questi 87.900 lavoratori appartiene proprio al settore dell'ospitalità.
Anche la sanità e i servizi di assistenza rappresentano un settore chiave per i lavoratori festivi, con un'incidenza nazionale del 23,9% sul totale. Il commercio costituisce il terzo pilastro del lavoro durante le festività con 689.900 dipendenti a livello italiano che lavorano nei giorni festivi, con un'incidenza del 32% sul totale del comparto.
Chi saranno, in concreto, i trentini impegnati al lavoro durante Pasqua e Pasquetta? La CGIA ha stilato un lungo elenco delle professioni che tradizionalmente operano anche nei giorni festivi. Nei ristoranti e negli alberghi della provincia saranno attivi camerieri, baristi, barman, chef, cuochi, pizzaioli, pasticceri, gelatai e tutto il personale alberghiero; nei negozi e nelle aree commerciali troveremo commessi, cassieri, banconieri, negozianti, tabaccai e addetti alla gastronomia; per le strade circoleranno autisti, tassisti, autotrasportatori, autonoleggiatori con conducente, addetti al soccorso stradale e operatori del trasporto pubblico come tramvieri, ferrovieri e casellanti. Non mancheranno naturalmente medici, infermieri e farmacisti a garantire l'assistenza sanitaria, mentre carabinieri, poliziotti, finanzieri, agenti penitenziari, vigili urbani, vigilantes, addetti alla sicurezza privata e vigili del fuoco assicureranno la sicurezza. Anche gli operatori ecologici, i benzinai e gli edicolanti saranno in servizio.
Particolarmente numerosa, nelle valli turistiche trentine, sarà la presenza di guide turistiche, animatori turistici, addetti ai musei, cinema, teatri, mostre e attrazioni culturali. Nelle case di molti trentini, badanti e colf garantiranno assistenza e servizi essenziali. La lista di chi domani non si ferma comprende tante altre figure.
L'analisi della CGIA evidenzia come il fenomeno del lavoro festivo sia in costante crescita negli ultimi dieci anni, a seguito della liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura delle attività commerciali introdotta dal governo Monti. Questa tendenza ha interessato anche il Trentino Alto Adige, dove il numero dei lavoratori impiegati durante le giornate festive è aumentato progressivamente.
Nel contesto europeo, l'Italia si posiziona nella parte bassa della classifica tra i paesi in cui si lavora durante le festività, con il 20,4% dei dipendenti impegnati nei giorni festivi, leggermente al di sotto della media UE del 20,6%. La Germania presenta la percentuale più bassa con il 14,6%.
Il Trentino Alto Adige si colloca in una posizione intermedia rispetto alle altre regioni del Nord Italia, superando Veneto (18,3%), Emilia Romagna (18,0%) e Lombardia (16,3%), ma con valori inferiori rispetto a Friuli Venezia Giulia (23,5%) e Liguria (26,9%).