l'opera

Valdastico, muro contro muro in consiglio provinciale. Pressing dei sindaci: «Non si faccia»

L’aula riprende i lavori nel pomeriggio con oltre 1.800 ordini del giorno da discutere. Manica (Pd): l’ostruzionismo va avanti



TRENTO. Non accenna a sgretolarsi, in consiglio provinciale, il muro che le opposizioni hanno alzato sulla strada della Valdastico. Alle 14.30 di oggi pomeriggio, quando riprenderanno i lavori, l’agenda prevede la discussione di circa 1.850 ordini del giorno, che paralizzano di fatto l’iter del disegno di legge dell'assessore Mattia Gottardi per l'inserimento della Valdastico nel Piano urbanistico provinciale.

Il consigliere provinciale del Partito democratico del Trentino Alessio Manica conferma che «continueremo anche oggi l'ostruzionismo. Dopo la lettera aperta del sindaco di Terragnolo di ieri, oggi ci aspettiamo nuovi interventi da parte di amministratori locali contrari all'opera».

Ieri una decina di sindaci trentini si è presentata in Piazza Dante per consegnare nelle mani del presidente del consiglio provinciale Soini una lettera aperta che da un lato ribadisce il no al progetto Valdastico, dall'altro critica aspramente la condotta politica della maggioranza, soprattutto nel tentativo, reiterato e non sopito, di creare contrapposizioni tra i territori, tra i Comuni, tra le comunità.

La lettera, firmata dai primi cittadini di Trambileno, Arco, Isera, Garniga Terme, Calceranica, Pergine, Folgaria, Lavarone, Mori, Aldeno, Tenna, Calliano, Rovereto, Trento, Terragnolo, Comunità della Vallagarina, Besenello, Volano, Mori e Lavis, rimarca come «per ben due volte, sia sul documento preliminare che sulla proposta di legge, ci siamo già espressi in maniera negativa nel merito e nel metodo. Di tale posizione, documentata in centinaia di pagine di osservazioni e approvata dai nostri Consigli e trasmesse ufficialmente nella fase partecipativa, si è fatto carico anche il Consiglio delle autonomie locali, che ha fornito alla terza commissione un parere nettamente contrario sul disegno di legge, raccogliendo l'istanza dei territori interessati alle potenziali uscite della A31 nord. Nonostante ciò, la proposta di modifica del Pup è stata presentata dalla giunta provinciale come nulla fosse pervenuto dai territori. Riteniamo questa una forzatura irrispettosa, che svilisce nei fatti gli enti locali ed il percorso partecipativo che la norma prevede proprio per raccogliere le osservazioni dei territori. In merito all'opera autostradale abbiamo sempre evidenziato come questa sia incoerente con una mobilità moderna, insostenibile sotto molto profili, dannosa per il territorio e abitanti ovunque essa trovi sbocco in Trentino. Tutto ciò senza tener conto delle negative conseguenze ambientali e sociali, certe. Tra le quali le più temute e prevedibili saranno a danno dell'approvvigionamento d'acqua dagli acquiferi di Spino o Acquaviva, o dalle sorgenti del Pasubio e della Vigolana. Noi non verremo in Consiglio con la fascia - concludono i sindaci -, non cadremo nel tranello finora alimentato ad arte del conflitto tra parti di questa terra: il tema del traffico è un tema che affrontiamo tutti e che non può trovare soluzione nello spostamento altrove. Ci aspettiamo che il Consiglio provinciale rimedi alla forzatura finora attuata rinunciando all'approvazione della variante urbanistica».

Il sindaco di Terragnolo, Massimo Zenatti, ricorda che «le popolazioni delle tre valli del Leno (Terragnolo, Tambileno e Vallarsa) hanno espresso la loro contrarietà all'opera. Attraverso un referendum, la "balotazione" che ha detto un "No" deciso alla prosecuzione dell'arteria autostradale e quindi anche al percorso compreso nell'odierna variante al Pup». «È un bel dire - argomenta Zenatti - che con questa variante si allarga solamente il corridoio. Lo stesso andrà a comprendere le tre Valli del Leno e la Vallagarina. Come un bambino che lancia un sasso nel laghetto e poi nasconde la mano. Non si attiva una procedura così complessa per poi dire, come disse Tonina: facciamo la variante, ma non è detto che si faccia la A31, o che quello sia il percorso più logico. In Consiglio provinciale si racconta di variante, ma poi si nasconde la mano. Ritengo il lavoro che sta facendo la maggioranza non corretto. Non si mettono oltretutto i territori, i sindaci, i residenti uno contro gli altri. Il dialogo dovrebbe essere forte, preciso ma soprattutto chiaro, franco nel confronto di tutti. Fino ad ora non è stato così. Questo tutto contro tutti non va bene. Rivendico altresì che i sindaci non siano burattini da immolare sull'altare del Consiglio provinciale».













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