Autonomie

I sindaci trentini chiedono un aumento "Per recuperare l'inflazione". Il confronto con l'assessore Locher

E' stata una lunga seduta quella di analisi sull’assestamento di bilancio: dal limite di mandati per i grandi paesi, all'assenteismo al voto: tanta carne al fuoco nella riunione del Consiglio Autonomie Locali



TRENTO. Quello dell'aumento degli stipendi, chiesto "per combattere l'inflazione", è stato solo uno degli argomenti dell’ultima seduta del Cal – il Consiglio delle autonomie locali – riunito a Trento.

Il Consiglio ha preso in esame ed espresso il proprio parere in merito al Disegno di legge regionale sull’Assestamento del bilancio di previsione della Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol per gli esercizi finanziari 2024-2026, e in particolare rispetto alle norme, in esso contenute, che incidono sull’ordinamento degli enti locali.


La seduta scorsa (5 giugno) il Cal, dopo l’illustrazione, si era riservato di approfondire il Disegno di legge, e di esprimere le proprie osservazioni nella seduta odierna. Presente anche il Vicepresidente ed Assessore agli Enti locali della Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Franz Thomas Locher, che ha esordito ricordando la sua esperienza da Sindaco a Sarentino. “Una carica - ha detto - che insegna ad amministrare la cosa pubblica e che investe molte competenze. Molto si è fatto - ha aggiunto - e molto dobbiamo ancora fare su temi che ogni municipalità può indicare. L’importante - ha aggiunto - è lavorare in sinergia tra i Comuni di Trento e Bolzano, valorizzando il ruolo dei Consorzi dei Comuni”.

Prima di prendere in esame le previsioni puntuali del disegno di legge, il Cal - presieduto dal Presidente, Paride Gianmoena - ha voluto richiamare l’attenzione della Giunta regionale su alcune questioni oggi non affrontate, e tuttavia di particolare rilevanza per garantire la funzionalità della rappresentanza democratica presso gli Enti locali rappresentati nell’ambito di questo Consiglio. Primo fra tutti il nodo della scarsa partecipazione al voto, e della difficoltà crescente di reperire, soprattutto nei comuni più piccoli, candidati alla carica di sindaco e di consigliere comunale. Gianmoena non ha fatto mistero che un ragionamento va fatto, anche a seguito della bassa affluenza che si è registrata anche alle recenti elezioni europee: “Un fenomeno - ha detto - di cui le Istituzioni e la politica devono farsi carico, facendo ogni sforzo per recuperare la fiducia ed il coinvolgimento dell’elettorato”.

Nell’immediato, occorre almeno riconsiderare alcune previsioni della disciplina elettorale comunale, per evitare che il rischio di invalidità delle elezioni, possa ulteriormente mortificare la partecipazione democratica. A tal proposito, si è avanzata la proposta, in via transitoria per il turno generale del 2025 e nei comuni fino ai 5.000 abitanti, di ridurre il quorum strutturale per la validità delle elezioni, previsto dall’art. 287 C.E.L., nel caso in cui sia stata ammessa e votata una sola candidatura a sindaco, dal 50% al 40% degli iscritti alle liste elettorali del comune, sempre al netto degli elettori iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Ciò in linea con quanto recentemente previsto, del resto, dal legislatore nazionale. Sempre in materia elettorale mente previsto, del resto, dal legislatore nazionale.

Sempre in materia elettorale, il Cal ha ribadito la richiesta di stabilire che le prossime elezioni comunali abbiano luogo nell’autunno 2025, salvaguardando così la durata quinquennale del mandato. La richiesta – ha

puntualizzato il presidente Gianmoena – è fondata non soltanto sull’opportunità politica di assicurare agli eletti nel 2020 un mandato pieno per la realizzazione del proprio programma elettorale, ma anche sulla volontà di evitare possibili contenziosi, promuovibili da un qualsiasi interessato, che andrebbero ad alimentare incertezze sulla data delle elezioni. Al fine di consentire alle amministrazioni, ai sindaci e consiglieri uscenti, ed agli stessi cittadini di conoscere, in tempo utile, la disciplina ed i tempi che scandiranno lo svolgimento della prossima tornata elettorale, il Consiglio ha peraltro sollecitato la Giunta regionale a prendere posizione su questi temi nel più breve tempo possibile, a partire da questo assestamento di bilancio o comunque non oltre il prossimo autunno. La richiesta è stata, inoltre, quella di coinvolgere la rappresentanza dei comuni anche rispetto ad eventuali emendamenti, che dovessero essere proposti in aula nel corso dell’iter d’aula del presente disegno di legge, in merito a questi o ad altri aspetti relativi alla materia elettorale. Tanto, in particolare, è stato chiesto, rispetto ad eventuali interventi in merito alla determinazione del numero massimo di mandati consecutivi, espletabili nella carica di sindaco, rispetto a cui si è appreso che sono in corso interlocuzioni con il Governo.

Vengono proposte anche nuove soluzioni per quanto riguarda la disciplina delle indennità di carica e dei gettoni di presenza degli amministratori degli enti locali della regione, a decorrere dal turno generale del 2025. La proposta del Cal è quella di ridefinire le classi demografiche su cui sono articolati tali compensi, tenendo maggiormente conto della distribuzione demografica nei Comuni tra i 10mila e i 30mila abitanti.

Sempre per tale fascia demografica, e per quella dai 30mila ai 50mila abitanti, la proposta è quella di una rivalutazione delle indennità attualmente previste nella misura dell’8%, al fine di recuperare l’andamento dell’inflazione negli ultimi due anni, e tenuto conto che – per le stesse fasce demografiche – nessun adeguamento era stato adottato nel 2022.

Si propone, infine, un emendamento, finalizzato a fare maggiore chiarezza sulla materia dell’ordinamento e delle competenze del Comun General de Fascia in linea con i principi costituzionali delle norme provinciali. Su questo punto è intervenuto il Procurador Giuseppe Detomas che ha specificato il senso dell’emendamento. Al Comun General de Fascia si applicano, in quanto compatibili, le norme della presente legge in materia di organi di governo, di status degli amministratori locali, di elettorato attivo e passivo, di organizzazione del personale e di procedimento elettorale nonché le disposizioni.

Nella discussione, sui temi relativi alla disciplina elettorale, il Sindaco di Cles, Ruggero Mucchi, ha sollecitato una scelta in tempi rapidi a tutto vantaggio delle cittadinanza, auspicando un allineamento alla normativa nazionale che fissa la consultazione elettorale a maggio 2026, per gli eletti nel 2020. Sullo stesso tema ha preso la parola anche il Sindaco di Arco, Alessandro Betta che, approfondito il parere reso sul punto dall’Avvocatura dello Stato, ha evidenziato il rischio di eventuali ricorsi nel caso del voto a maggio, che escluderebbe la possibilità di effettuare il mandato pieno.

È intervenuto, inoltre, il Sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, ponendo il tema del numero dei mandati consecutivamente effettuabili per i sindaci di comuni oltre i 15.000 abitanti, ed evidenziando la necessità di avere un quadro giuridico il più chiaro possibile entro tempi ristretti. Anche il Presidente, Gianmoena, ha insistito sulla necessità di chiarezza della normativa.

Un tema sul quale l’Assessore, Locher, si è impegnato su un ragionamento complessivo per trovare una soluzione in tempi brevi. Le questioni, ha detto, sono sul tavolo e attendono una risposta che intendiamo dare.

In conclusione, il Presidente del Cal, Paride Gianmoena, ha ringraziato l’Assessore, ed ha assicurato che il Consiglio produrrà un documento che affronterà tutte le questioni di cui si è dibattuto, con la consueta logica costruttiva.













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