Al Santa Chiara inaugurato un mini-reparto: 12 posti per malati ad "alta intensità"
La linea è labile: non così gravi da essere in Terapia Intensiva, ma più gravi della Medicina Interna. L'investimento ammonta a 2 milioni e 830 mila euro coi fondi post-Covid
TRENTO. Al Santa Chiara di Trento è stato inaugurato un nuovo reparto, un'area di terapia semi-intensiva con dodici posti letto destinati ai pazienti più critici della medicina interna.
L'area ad alta intensità è stata inaugurata dal direttore generale di Apss, Antonio Ferro, alla presenza, tra gli altri, dell'assessore provinciale alla salute, Mario Tonina, e dell'assessora all'urbanistica e sviluppo economico del Comune di Trento, Monica Baggia.
«La medicina interna ad alta intensità - ha sottolineato il direttore dell'ospedale, Michele Sommavilla - è un riferimento aziendale nel trattamento dei malati più critici e complessi, grazie a risorse tecnologiche di alto livello, grazie alla multidisciplinarietà dell'équipe medica e alla competenza del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari».
I nuovi spazi destinati alla medicina ad alta intensità occupano una superficie di 475 mq, i 12 nuovi posti letto sono suddivisi in quattro stanze: due da quattro posti letto (46mq) e due da due posti (30 mq), queste ultime dotate di spazio filtro in ingresso e utilizzabili per pazienti immunodepressi o sospetti infetti.
Tutti i posti letto hanno una dotazione tecnica e tecnologica che consente di utilizzarli anche come posti di terapia intensiva. Tre posti letto sono utilizzabili anche per l'emodialisi.
La realizzazione della nuova area rientra nel Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera attuato dallo Stato a seguito della pandemia. L'importo complessivo finale dell'opera ammonta a 2 milioni e 830 mila euro.
"L'inaugurazione di questo reparto - ha detto Tonina - rappresenta l'ennesima dimostrazione della qualità della medicina in Trentino, una medicina che si basa sull'investimento in strutture e attrezzature ma soprattutto sull'alta professionalità degli operatori e, elemento fondamentale quando ci si rapporta con persone ad alta fragilità, sull'umanità".