tribunale

Maltrattamenti nel reparto di ginecologia: oggi in aula la vice di Tateo, Liliana Mereu

L’inchiesta è nata dopo la scomparsa della dottoressa Sara Pedri. Tutte ammesse le parti civili: otto dottoresse, la madre di Sara Pedri in quanto curatrice speciale della persona scomparsa, Azienda sanitaria e Fenalt (nella foto Sara Pedri e Saverio Tateo)

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TRENTO. Presunti maltrattamenti nel reparto di ginecologia a Santa Chiara, nuova udienza preliminare in tribunale a Trento nella giornata di oggi 18 marzo. L’inchiesta è nata dopo la scomparsa della dottoressa Sara Pedri, la 31enne di Forlì di cui si sono perse le tracce dal 4 marzo 2021. Oggi  sarà sentita, a porte chiuse, Liliana Mereu, la vice dell'ex primario Saverio Tato. Quest’ultimo parlerà il 19 aprile. Tateo e Mereu sono imputati per maltrattamenti in concorso e in continuazione.

L'audizione si svolge davanti al giudice per le indagini preliminari di Trento Marco Tamburrino, presente anche l'ex primario Saverio Tateo.

Due faldoni contenenti centinaia di pagine: è la corposa documentazione depositata nelle scorse settimane dalle difese dell’ex primario di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu, accusati di maltrattamenti in concorso e in continuazione.

Le indagini difensive comprendono 19 dichiarazioni testimoniali del personale del reparto, una relazione sul funzionamento di Ginecologia e ostetricia nel periodo in cui il dottor Tateo era primario, documentazione riguardante il rapporto interno fra medici e primario, soprattutto una controperizia sulla base degli atti contenuti nell’analisi di carattere psichiatrico su Sara Pedri, analisi presentata dalla famiglia della ginecologa scomparsa.

 

Sono stati analizzati migliaia di files provenienti dal computer e dal telefonino della dottoressa Pedri. Nessun colpo di scena nella seconda udienza preliminare sui presunti maltrattamenti che sarebbero avvenuti all’interno del reparto: gli avvocati Salvatore Scuto e Nicola Stolfi per Tateo e l’avvocato Franco Rossi Galan per Mereu non hanno sollevato eccezioni e, dopo il deposito delle memorie difensive, hanno chiesto al gup Marco Tamburrino il rito abbreviato.

 

Tutte ammesse, dunque, le parti civili: otto dottoresse, la madre di Sara Pedri in quanto curatrice speciale della persona scomparsa, Azienda sanitaria e Fenalt. «Siamo soddisfatti di poter rappresentare i lavoratori in questa vicenda - evidenzia il sindacato - Abbiamo particolarmente a cuore il fenomeno del mobbing e del benessere sui luoghi di lavoro».

L’indagine era partita dalla scomparsa della ginecologa Sara Pedri, di cui si sono perse le tracce il 4 marzo 2021. Secondo la famiglia, Sara era provata nel fisico e nella mente dall’ambiente di lavoro che aveva trovato nel reparto di ginecologia del Santa Chiara, dove aveva lavorato da metà novembre 2020 ad inizio marzo 2021. «Le cause dei problemi di relazione della dottoressa Pedri e delle sue caratteristiche personologiche vanno ricercate altrove, non nel reparto di ginecologia dell’ospedale di Trento» evidenzia l’avvocato Scuto, legale di Tateo.

 

Ribatte l’avvocata Sara Graziadei, che difende la famiglia della ginecologa scomparsa: «La dottoressa Pedri era pronta e preparata al suo ruolo, purtroppo ha trovato un ambiente molto ostile». L'udienza di gennaio era stata aggiornata a marzo, per permettere alle parti di prendere visione dei documenti depositati da difesa e parti civili. La difesa ha chiesto di mettere agli atti la recente condanna di Mereu per un suo falso ricovero.













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