Un anno pieno di notizie e di volti da non dimenticare



C’è chi, non solo da queste parti, lo considera l’anno di Sinner, il 2023 che se n'è appena andato. Del resto Jannik ha disintegrato o eguagliato record che sembravano irraggiungibili, riportando la Coppa Davis in Italia dopo 47 anni, e agguantando il quarto posto nel ranking mondiale.

C’è chi ritiene che questo sia invece l’anno di Giorgia. Del resto la presidente Meloni, soprattutto a livello internazionale, ha lasciato l’anima della Garbatella per costruirsi un’immagine di atlantista-pragmatica. In Italia le promesse sembrano però prevalere sui fatti e anche l’anima romanesca riemerge puntuale in ogni polemica, con ripetuti scivoloni a destra. Un anno, benché qualche governo, in Italia, sia durato anche meno, è comunque poco per giudicare un o una premier. Peraltro c’è chi considererà il 2023 l’anno di Elly Schlein, prima donna alla guida di una sinistra italiana sempre più in crisi d’identità (e di consensi). 

C’è chi ricorderà invece il 2023 per i femminicidi, rivedendo ogni giorno i volti di Giulia Cecchettin e delle tante altre donne che sono state ammazzate.

C’è chi ricorderà le guerre: quella che non è ancora finita in Ucraina, quella iniziata nei martoriati territori israelo-palestinesi. Senza contare i 50 conflitti che consideriamo minori solo perché ci sembrano lontani.

C’è chi non smetterà di ritrovarsi negli occhi le immagini agghiaccianti di Cutro, con una spiaggia sulla quale, insieme a centinaia di migranti, è naufragata anche una parte della nostra umanità.

E c’è chi penserà alla morte di Silvio Berlusconi, l’uomo che sembrava eterno e che ha cambiato profondamente l’Italia. Ovviamente spezzandola in due, fra tifosi e detrattori.

C’è chi ricorderà la cattura di Matteo Messina Denaro o la sua morte, continuando a chiedersi come abbia potuto vivere quasi normalmente per così tanto tempo - governando la cupola del male - a pochi passi da casa. 

C’è chi ricorderà la devastante alluvione che ha stravolto l’Emilia Romagna, l’emblema- insieme alle temperature roventi di quest’estate, al mostruoso terremoto in Turchia e Siria e a una Coop28 quasi inutile - delle tante catastrofi che dimentichiamo in fretta, insieme alle domande (inevase) sul destino di un ambiente maltrattato o ignorato.

C’è chi penserà all’incoronazione di Carlo, l’uomo che ha rischiato di invecchiare senza sfiorarla mai, la corona d’Inghilterra. E chi ricorderà la scrittrice-attivista Michela Murgia, l’impegno garbato di Andrea Purgatori, la coraggiosa lotta di un campione come Gianluca Vialli e l’addio a Giorgio Napolitano.

La cosa più importante resta però ancora una sola: guardare avanti senza dimenticare chi abbiamo perso e cosa abbiamo alle spalle. Auguri di cuore.













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