il caso

«Orso in Trentino, la Commissione europea richiama l'Italia»

La commissaria europea all'ambiente Jessika Roswall risponde all’eurodeputata verde Cristina Guarda: «Già forniti agli Stati membri strumenti e linee guida specifiche per gestire la fauna selvatica. Educare i cittadini alla gestione degli incontri e rimuovere fonti alimentari antropiche»



BRUXELLES. Cristina Guarda, eurodeputata del Gruppo dei Verdi/ALE al Parlamento europeo, interviene in merito trattamento riservato agli orsi da parte della Provincia autonoma di Trento, oggetto di una sua lettera inviata alla Commissione europea lo scorso 5 febbraio.

"La risposta della Commissaria europea all'Ambiente, Jessika Roswall, conferma quanto da tempo denunciamo: le autorità italiane, e in particolare la Provincia Autonoma di Trento, devono adottare misure preventive e proattive per garantire la tutela dell'orso bruno, una specie rigorosamente protetta, e la coabitazione sicura con gli esseri umani", dichiara Cristina Guarda.

"Roswall ha ricordato che la Commissione europea ha fornito agli Stati membri strumenti e linee guida specifiche per affrontare le sfide legate alla gestione della fauna selvatica. Tra questi, un documento di orientamento giuridico del 2021 e il rapporto 'Definire, prevenire e rispondere ai comportamenti problematici degli orsi in Europa', che offrono indicazioni chiare su come prevenire e gestire situazioni critiche. Non ci sono più scuse: le autorità italiane dispongono delle informazioni necessarie per agire in conformità con la Direttiva Habitat", sottolinea Guarda.

"La denuncia presentata dalla Lega Anti Vivisezione (LAV) sul mancato recepimento dell'Articolo 12 della Direttiva Habitat da parte della Provincia di Trento è attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione. Ciò conferma che l'Europa sta monitorando da vicino la situazione", aggiunge l'eurodeputata.

"Chiediamo con forza che la Provincia di Trento metta in atto misure concrete per prevenire conflitti tra orsi e persone, come l'educazione dei cittadini alla gestione degli incontri e la rimozione delle fonti alimentari antropiche. Solo così sarà possibile garantire la sicurezza delle persone e la conservazione di una specie simbolo della biodiversità europea", conclude Guarda.









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