giustizia sociale

Giornata mondiale dell’acqua: l’importanza di sfruttarla per la pace

Assfron celebra la ricorrenza quest’anno con l’Istituto Buonarroti di Trento. L’esperienza maturata con Acav ci dice che basta un pozzo in un villaggio, vicino a una scuola per cambiare molto: le due associazioni ne hanno realizzati 3 mila (nella foto, acqua prelevata dalle pozzanghere: è fonte di molte malattie)


di Carlo Bridi


TRENTO. Ricorre domani, 22 marzo, la Giornata mondiale dell’acqua. Una ricorrenza molto importante voluta dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione di tutto il mondo sul tema dell’acqua: un diritto negato come ripetiamo da anni ancora a miliardi di persone.

Il tema della giornata di quest’anno è sfruttare l’acqua per la pace.

E che il rapporto acqua pace si fortissimo lo dimostra la Palestina, con il muro fatto a zig-zag da Israele per portare entro il proprio confine le fonti d’acqua lasciando i palestinesi senza.

Assfron celebra tutti gli anni il World Water Day per sensibilizzare l’opinione pubblica cominciando dalle scuole all’importanza di un uso corretto dell’acqua potabile. Quest’anno la giornata si celebra oggi con l’Istituto Buonarroti di Trento.

Dobbiamo partire dal fatto che nonostante che l’acqua copra il 70% del nostro pianeta, abbiamo problemi di scarsità, ma anche di inquinamento delle fonti idriche.

Ancora oggi secondo ricerche recenti, l’impossibilità di accesso all’acqua potabile riguarda ancora oltre 2 miliardi di persone, ma sono 3,5 miliardi secondo l’OMS le persone prive di servizi igienici con quello che ciò significa nelle aree più calde del pianeta, ossia la diffusione di malattie. Ma non solo, circa mezzo miliardo devono defecare all’aperto con ciò che questo significa in presenza di colera del tifo o altre malattie simili.

In questo contesto diventa platonico anche il parlare del diritto all’acqua sancito dalla carta dell’ONU sui diritti umani che afferma solennemente: tutte le persone hanno diritto all’acqua potabile.

Ora i nuovi obiettivi delle Nazioni Unite per il 2030, prevedono che siano garantiti almeno 6 litri di acqua al giorno/persona per i servizi sanitari, ma anche questo obiettivo, rischia di rimanere un pio desiderio. Questo, nonostante che secondo i dati dell’OMS oltre l’80% delle malattie nei paesi impoveriti siano causate dalla mancanza di quella acqua potabile o la cattiva qualità di quella consumata.

Secondo OXFAM, la mancanza d’acqua potabile causa più morti delle guerre in Ucraina, Siria e Yemen e Palestina.

U picchi nell’Africa Subsahariana: diarree, colera, tifo, epatite, verme della guinea, ameba, causano una strage di morti particolarmente fra i più piccoli:

Oltre 1000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno per le malattie causate dalla mancanza d’acqua o dalla cattiva qualità di quella consumata nella più assoluta indifferenza!

In Africa una tanica d’acqua di 20 litri deve bastare per un giorno per una famiglia di 8-10 persone e spesso è acqua putrida, raccolta a 8 ore di cammino.

A fronte di ciò da noi sprechiamo dell’acqua fino a 1000 litri/giorno in estate contro i 2 loro!! La media italiana di acqua consumata è di 220 litri/giorno. Inoltre, anche da noi oltre il 22% dell’acqua captata alle sorgenti o dai pozzi si perde durante il tragitto. In italia il dato è ancora peggiore. Le cause? Tubazioni di 30 anni ed oltre.

Ma esiste anche il grave problema delle falde inquinate causata dal nostro modello di sviluppo con la conseguente riduzione dell’acqua buona a disposizione, ciò mentre l’incremento demografico e delle condizioni di vita comporta una maggiore richiesta d’acqua. Un corretto uso dell’acqua può frenare la desertificazione galoppante anche nel Sud Europa.

Quali le prospettive? Secondo l’ONU: per il 2050 il 51% della popolazione è a rischio idrico, mentre anche a causa dei cambiamenti climatici la disponibilità d’acqua potabile è destinata a diminuire! Ma non solo l’impazzimento del clima causa alluvioni alternate a prolungate siccità aggravate da incendi.

In conclusione, anche il problema della mercificazione l’acqua quotata in borsa. Con forza diciamo no al business! Sì all’acqua bene pubblico, vedi l’esperienza di Pemba in Mozambico dove finito l’acquedotto è arrivata la multinazionale francese.

Ma la mancanza d’acqua porterà all’aridità dei terreni e alla conseguente mancata produzione agricola, mentre il numero delle bocche da sfamare è destinato ad aumentare con la conseguente aumento delle persone che soffrono la fame

Ma noi cosa possiamo fare?

La nostra esperienza ci dice che basta un pozzo in un villaggio, vicino a una scuola o a un dispensario per cambiare la situazione.

Dal 1986 ad oggi i pozzi che prima con la ong ACAV e poi con ASSFRON abbiamo perforato o riabilitato sfiorano i 3000! Uganda, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan sono i posti dove abbiamo operato.

Considerato che un pozzo da acqua cioè speranza di vita come minimo a 1000 persone possiamo dire di aver data acqua potabile a non meno di 3 milioni di persone! Ma non solo dobbiamo impegnarci anche ad un uso più corretto dell’acqua da noi anche con la scelta di una dieta alimentare che consumi meno carne: per produrre un kg di carne di manzo servono più di 15 mila litri d’acqua.

Ma anche nelle piccole pratiche di casa: dalla pulizia dei denti al bagno ecc… tanti modi per risparmiare acqua.









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