Una mostra che conduce dentro il campo di battaglia 

Nella galleria “nera” degli ex tunnel di Piedicastello un’originale esposizione Una ventina di video installazioni, 1400 fotografie per ricordare i drammi dell’evento



TRENTO. Quasi 1400 fotografie storiche di vari formati, poco più di una ventina di video-installazioni e di spezzoni di film. Fin una scalinata di tubi innocenti a rappresentare un lungo e stretto cunicolo, immagine di trincea come dell’alta quota dove la Prima guerra mondiale sul fronte italo-austriaco, dalle Dolomiti al Carso, fu combattuta in buona parte, anche se non solo, e nel corso della quale la maggioranza dei morti fu causata più dalle valanghe di neve e dal freddo che dagli scontri all’arma bianca. “L’ultimo anno 1917-1918”, da oggi al 2 dicembre del prossimo anno alle Gallerie di Piedicastello a Trento, è tutta qua, in estrema sintesi. Dentro la galleria “nera” degli ex tunnel stradali (3000 metri quadri di spazio espositivo), gestiti da una decina d’anni dalla fondazione Museo storico del Trentino su incarico della Provincia. Atmosfere claustrofobiche come si conviene per una mostra che “invita il visitatore ad entrare nel campo di battaglia e a conoscere i drammi che questo evento, a cent’anni di distanza, continuiamo a chiamare “Grande” provocò”, sottolinea il direttore della Fondazione Giuseppe Ferrandi.

Per l’anno di conclusione del Centenario dal conflitto, un quinquennio che, iniziato nel 2014, terminerà nel 2018, la mostra di riferimento, almeno in Trentino, è questa. Per quanto ne siano annunciate altre. Un’esposizione iconografica e documentaria, organizzata dalla Fondazione e curata dallo storico Lorenzo Gardumi che, come altre in precedenza e secondo uno schema ormai collaudato, propone anche tante e tante tabelle per mettere nero su bianco numeri, statistiche, riferimenti, cronologia degli eventi a livello europeo.

Una mostra divisa in poli tematici che intende mettere l’accento su chi la combatté ma anche sui civili, uomini e donne, pur all’interno di un contesto che è scandito lungo il percorso. La prima sezione è dedicata ai soldati. In mostra mappe, fotografie, cartine e oggetti in modo da districarsi anche dentro i luoghi teatro del conflitto, con particolare attenzione al Carso e all’Isonzo. “Lo scopo di questa sezione – commenta Lorenzo Gardumi – è quello di spiegare le condizioni dei soldati italiani prima della disfatta di Caporetto e, soprattutto, l’usura materiale e morale cui sono sottoposti nei due anni che precedono l’offensiva austro-tedesca dell’ottobre 1917”. Per par condicio, siamo pur sempre in Trentino e i nostri nonni facevano parte dell’Impero per il quale combatterono, è anche allestito una sorta di percorso parallelo attraverso il riadattamento del diario di una batteria austro-ungarica che dal fronte dell’Isonzo si sposta, raggiunge il Piave e poi gli altipiani. I civili sono il focus del secondo polo tematico. Gli effetti che il conflitto ebbe su donne, anziani, bambini non coinvolti direttamente sul fronte ma che ne subirono le conseguenze anche in seguito allo sfondamento di Caporetto e all’occupazione militare austriaca in Friuli e Veneto. “Lo sviluppo del tema legato ai civili, con una particolare attenzione al ruolo delle donne – ancora Gardumi – non può fare a meno di affrontare questioni come la fame e le malattie, che mietono migliaia di vittime e sono il prodotto di un’economia di guerra che investe enormi risorse sui soldati e l’impegno bellico mentre tende a sacrificare il benessere dei cittadini comuni che assistono ad un grave deterioramento delle loro condizioni di vita”. “Percorrere l’ultimo anno di guerra ci auguriamo possa essere un’esperienza “immersiva” – sostiene il direttore Ferrandi – Che permetta di scoprire o riscoprire vicende poco conosciute accanto a quelle più note, di conoscere comportamenti e atteggiamenti molteplici e diversificati imposti ai singoli e alle masse, di entrare nelle dinamiche di un evento storico fondamentale. In sintesi. Il 1917: con il prima e il dopo Caporetto, le strategie militari, le battaglie, la linea di resistenza del Piave. Il 1918: l’anno della fame che conclude, per sfinimento, questa lunga e terribile guerra moderna. L’anno di Vittorio Veneto, dell’entrata dell’esercito italiano a Trento e Trieste”. La mostra “L’ultimo anno 1917-1918” è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle ore 18. L’ingresso è libero.

(pa.pi.)













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