«Siamo parte dell’Europa e lo saremo sempre di più»
L’ambasciatore Perelygin oggi a Trento: conferenza alle 17.30 alla sala Affreschi «Italia con noi sull’occupazione russa in Crimea, dove i diritti umani sono violati»
TRENTO. Alzi la mano chi ha capito davvero che cosa sta succedendo in Ucraina: eppure si tratta di una parte fondamentale dello scacchiere geopolitico europeo (e mondiale). Da tempo archiviata la “rivoluzione arancione”, ora all’ordine del giorno resta l’occupazione armata della Crimea da parte della Russia, avviata tre anni fa ma sempre all’attenzione delle diplomazie: è infatti di pochi giorni fa all’Onu (in sede di Terza commissione dell’Assemblea generale, di cui in dicembre si attende ora il voto definitivo) l’approvazione di una risoluzione molto dura nei confronti della Russia. È dunque una buona occasione per saperne di più dall’ambasciatore dell’Ucraina in Italia, Yevhen Perelygin, oggi a Trento alle 17.30 nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale di via Roma, per l’incontro del Csseo (Centro studi sulla storia dell’Europa orientale) dal titolo “L’Ucraina oggi: tra sfide e prospettive future”, dove ne discuterà con Fernando Orlandi: «L’Italia si chiede quale sia il nostro posizionamento nel mondo - afferma Perelygin - e la nostra risposta è chiara: l’Ucraina è una nazione pienamente europea per valori e aspirazioni, che mantiene un posto saldo nella casa europea e che aspira a una membership nell’Unione».
Ambasciatore Perelygin, nel 2015 l’Ucraina ha firmato un accordo di associazione con l’Unione europea, che è entrato in vigore lo scorso settembre: che cosa prevede?
Il nostro impegno ad allinearci agli standard dell’Unione, che il quadro giuridico sarà lo stesso: ed è molto importante che gli imprenditori italiani lo sappiano. In questo senso stiamo compiendo un importante percorso di riforme in campo costituzionale, giuridico ed economico, a partire dalla lotta alla corruzione.
Ucraina e Italia fanno parte attualmente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, l’Italia in questo mese ne ha anche assunto la presidenza: come funzione la collaborazione tra i nostri Paesi?
È una collaborazione eccellente: assieme, nell’organismo internazionale numero uno al mondo, possiamo dare un contributo importante alla risoluzione dei problemi globali più importanti. Ne è un esempio proprio la risoluzione sull’occupazione della Crimea, aggiornata sulle gravi violazioni dei diritti umani commesse dalla federazione russa. L’Italia ne è cofirmataria e tutti i Paesi dell’Unione l’hanno sostenuta.
Che cosa sta accadendo ora in Crimea?
Nella penisola regnano paura, terrore e persecuzioni. Lo scorso 25 settembre l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha consegnato un rapporto in cui si parla chiaramente di detenzioni arbitrarie, torture, processi sommari, sequestri di civili e abusi di ogni genere: in particolare verso la popolazione autoctona dei tatari di Crimea, ma non solo. E a dirlo è il più autorevole organismo internazionale, che parla di gravi e molteplici violazioni dei diritti umani, di un popolo che ormai da 4 anni subisce atti di violenza. L’Italia da sempre è in prima linea nella difesa dei diritti umani: è una collaborazione importante che speriamo di poter proseguire.
Al di là delle questioni più strettamente politiche, quanto è importante l’Italia per l’Ucraina sul piano dei rapporti economici?
Il vostro Paese è un partner fondamentale, tra i più importanti anche dal punto di vista statistico: l’Italia è il nostro terzo partner commerciale in Europa, con un interscambio che ammonta a 5 miliardi di dollari l’anno. Siamo convinti che sia possibile un ulteriore e positivo sviluppo della nostra collaborazione, attraverso nuovi progetti reciprocamente vantaggiosi. Questo tra l’altro è un anno importante: abbiamo festeggiato il 25° anniversario dei rapporti diplomatici tra i nostri due Paesi. Ma anche prima c’è stata un’antica storia comune.
Ma prima c’era l’Unione Sovietica: a che cosa si riferisce?
Parlo di rapporti antichi, proprio in Crimea, dove ancora nel 1.200, ai tempi dell’Arciducato di Kiev, vi erano colonie della Repubblica di Genova: quindi molto prima che nascesse la Russia. Per l’avvenire, intendiamo fare tesoro anche di questa esperienza, per aprire margini sempre più ampi allo sviluppo della futura collaborazione, affinché sia sempre indirizzata al bene dei nostri popoli e alla pace e alla sicurezza globale.
Come si trova in Italia la numerosa comunità ucraina? La vede integrata?
Certamente. Vedo la presenza di una comunità laboriosa che dà il proprio valoroso contributo allo sviluppo della vita sociale ed economica dell’Italia. Quando incontro autorità locali e regionali, sento sempre buone parole nei confronti della comunità ucraina.
Lo scorso maggio ha partecipato a Rovereto alla cerimonia per l’adesione dell’Ucraina al Memorandum di Pace della Campana dei Caduti.
Certo, vi è stata issata finalmente anche la nostra bandiera. È stato un enorme piacere, il ricordo dei Caduti è un atto doveroso. Ma quella cerimonia l’ho vissuta anche come segno di fratellanza e solidarietà nei nostri confronti, per via dell’occupazione russa del nostro territorio. Un incontro importante anche per la promozione della pace in Ucraina. (p.mor.)