Carla Benvenuto, racconti d’arte impressi sulla carta e sulla tela
TRENTO. Sono tra i 5000 e i 6000 fogli di pergamena, un totem che svetta nel foyer del Palazzo della Regione a Trento. E’ l’opera che propone fino al 26 novembre l’artista Carla Benvenuto, genovese...
TRENTO. Sono tra i 5000 e i 6000 fogli di pergamena, un totem che svetta nel foyer del Palazzo della Regione a Trento. E’ l’opera che propone fino al 26 novembre l’artista Carla Benvenuto, genovese che vive e lavora tra l’Italia e la Francia e che ora è approdata anche tra le montagne. Racconta la signora dall’intenso sguardo azzurro, come il colore che prevale nelle sue opere su tela, che la sua esperienza artistica è cresciuta e maturata soprattutto nelle terre assolate della Costa Azzurra. Ma negli ultimi anni ha preso parte anche alla Biennale Arte Dolomiti di Cortina ed è stata invitata al Museo Messner di Monte Rite nel Cadore e da lì, l’invito ad esporre al Palazzo della Regione di Trento. Un’arte, la sua, che spazia dalla tela alla carta scritta, dall’astrattismo ai ritratti focalizzati sul corpo femminile, così che nelle opere affiorano fondali evanescenti, racconti e figure. Una narrazione che si dilata non solo nelle tele, ma viene riprodotta su fogli singoli, uniti con ago e filo: un’opera d’arte a se stante, un’installazione che riassume il percorso fatto, la ricerca interiore, il racconto di storie. «L’idea della storia scritta sui fogli cuciti insieme - spiega Carla Benvenuto - è nata per la mia esigenza di scrivere di mio padre. Sono racconti frammentari, con un personaggio immaginario. Si tratta della storia di Salì, che costruisce una barca per sapere cosa c’è oltre il suo mondo delimitato dall’orizzonte. Salì vuole conoscere un’altra dimensione, ma in questo suo viaggio, viene travolto dalla tempesta interiore, la barca viene distrutta e lui torna a riva. Per ricominciare a pensare di ripartire». Una storia che ricomincia, come il percorso artistico di Carla Benvenuto. Non a caso la mostra esposta al palazzo della Regione s’intitola “Storie che viaggiano” ed è una riproposizione in scala ridotta di un’altra esposizione aperta fino al 30 novembre nel foyer del Teatro della Corte di Genova, città natale dell’artista che le dedica un importante omaggio, proprio nel contesto di un teatro, a sottolineare che l’arte della Benvenuto assume una dimensione scenografica e filosofica. «Non mi faccio incastrare in un unico mezzo espressivo», ammette l’artista. Accanto ai fogli, infatti, altre opere appese alle pareti mostrano l’universo in cui si muove: oltre ai volti e corpi di donna, sulle sue tele emergono capitelli e frammenti di edifici scomparsi, che richiamano l’atelier in cui ha lavorato per un anno, il Deposito Lapideo del Museo di Sant’Agostino che l’ha ospitata.