«Futurose»: storie di donne scritte da quattro amiche
Hanno intervistato giovani professioniste per il loro libro, le cui vendite finanziano un progetto educativo
TRENTO. Quattro amiche (Paola Giudici coordinatrice; Milvia Argenti, Fausta Cassiti e Patrizia Belli) per un libro ("le Futurose") scritto a scopo benefico: rilanciare la ricerca per un metodo educativo a favore dei bambini testimoni di violenza casalinga. E una dedica speciale a Daniela Preschern moglie, sportiva e collaboratrice scolastica su sedia a rotelle che è scomparsa poco tempo dopo aver rilasciato l'intervista.
«La sua morte ci ha colpito profondamente - racconta Paola Giudici - perché la sua era una storia di vita molto dura, ma anche di amore e di impegno. Al Don Milani tutti le volevano un gran bene ed erano felici per quel breve momento di notorietà che le avevamo regalato. Ci ha lasciate prima di poter leggere l'intervista, ma le abbiamo dedicato il libro che la farà conoscere».
Parliamo del progetto educativo?
Con il ricavato della vendita di "Le Futurose" andremo ad istituire una borsa di studio a favore della facoltà di Scienze Cognitive di Rovereto per poter, tramite un ricercatore, riprendere quella ricerca di un metodo educativo a favore dei bambini testimoni di violenze casalinghe. Sono situazioni molto complesse, non tutte evidenziate da comportamenti caratterizzanti ed è per questo che c'è bisogno di un percorso educativo che in parte sia anche di recupero. La ricerca era iniziata nel 2019 poi sospesa causa pandemia quindi abbandonata per mancanza di fondi.
Voi la rilanciate.
Questo è l'impegno. Stiamo promuovendo il libro con una serie di incontri sul territorio: è in vendita nelle librerie di Rovereto e a Trento all'Atelier Benigni dove la nostra casa editrice Osiride è presente con uno spazio riservato. Vorremmo consegnare i fondi raccolti a ottobre.
Siete riuscite a coprire le spese?
Avevamo un preventivo di 4mila euro e fortunatamente ci siamo riuscite, grazie anche all'appoggio dell'associazione Amici di famiglia di Via Saibanti a Rovereto che ci ha permesso di dare una definizione fiscale alle donazioni.
Tra voi autrici come vi siete divise i compiti?
Ci ha di certo favorito l'amicizia e il fatto che non eravamo alla prima pubblicazione, bensì alla quarta. Questa volta abbiamo puntato su profili di giovani donne roveretane dalle diverse professioni e alle prese con tutte le problematiche dell'odierno mondo del lavoro. Ognuna di noi si è fatta carico del numero di interviste possibili sulla base dei propri impegni. Alla fine sono state 26 con 27 donne intervistate perché due sorelle hanno voluto farne una unica.
Cosa l'ha colpita di più?
Non ho figli, per cui mi sono avvicinata a un mondo giovanile che non conoscevo. Incontrando queste ragazze mi è venuta spontanea una riflessione. La mia generazione era quella che voleva lasciare il prima possibile la famiglia e vivere in autonomia; quella che ho intervistato è invece una generazione con un forte senso d'appartenenza alla propria famiglia alla quale riconosce un ruolo fondamentale anche a supporto delle loro attività lavorative.
Nel suo giro di interviste cosa l'ha emozionata di più?
Guardi, ognuna mi ha talmente coinvolta che dopo averla scritta sono stata costretta a staccare per alcuni giorni. Sono tutte storie di vita particolari e coinvolgenti.
Darebbe un giudizio sul mondo giovanile che ha incontrato?
Al contrario della mia generazione, lo status sociale non ha più lo stesso valore. Sono donne che hanno deciso di fare quello che più piace loro e ci stanno riuscendo. Mi ha colpito ad esempio una commessa di una tabaccheria che lavora per mantenere la sua passione di pittrice con la vendita dei suoi quadri nei mercatini e nelle fiere: davvero difficile fermarle.
"Futurosa" per voi esattamente che cosa significa?
Un neologismo che significa donne che guardano avanti.
Lei è la coordinatrice.
L'editrice Elena Setti mi ha definita un caterpillar perché quando mi viene in mente una cosa non mollo. La raccolta fondi è il punto finale di un progetto che è partito da zero: solo idee, ma nemmeno un euro.
Stessa metodologia per tutti e quattro i vostri libri?
Sempre noi come autrici, sempre un diverso obiettivo benefico e sempre a scavare per far conoscere la Rovereto al femminile nascosta e che lavora senza voler emergere a tutti i costi. "Donne in città" lo abbiamo pubblicato nel 2013 e ancora ce lo chiedono, ma purtroppo non è più disponibile. Dovremmo pensare ad una seconda edizione.
Tre i libri precedenti, ma non tutti al femminile.
Dopo Donne in città e Cuori di donne abbiamo pensato di far raccontare agli uomini delle storie d'amore: è stato un successo. Era un periodo nel quale tutte avevamo dei problemi familiari e allora abbiamo deciso di cambiare ruolo: da scrittrici a coordinatrici. Abbiamo trovato uomini disponibili a scrivere storie romantiche, ma sempre roveretani e se possibile ambientazione roveretana anche per le storie: ci siamo riuscite.
Conosciamo meglio le quattro autrici. Milvia Argenti è nata in Umbria, ma risiede da molti anni a Rovereto. È insegnante e dirigente scolastica in pensione, scrittrice per passione. Fausta Cassiti una vita nel mondo della scuola prima come insegnante, poi come psicopedagogista, direttrice didattica e dirigente scolastica. Paola Giudici roveretana assistente sociale e pedagogista, laureata in Scienze dell'Educazione, impegnata da sempre nel volontariato. Patrizia Belli giornalista professionista, scrittrice ed editorialista, ma anche donatrice di voce per i ciechi col Libro parlato.