Mosna: «Juantorena ha due contratti, con noi e col Kazan»

La verità sull’affaire del martello cubano: «Lavoreremo con i russi per una soluzione nei suoi e nostri interessi»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Osmany Juantorena è in Qatar. Ma quest’anno non si sta divertendo come al solito durante la trasferta con i colleghi “all stars” chiamati a dare spettacolo in casa dei signori del petrolio. Il martello cubano su Twitter fa sapere di essere arrabbiato con i giornalisti: «Non stanno dicendo la verità su di me...» è la sintesi dell’Osmany pensiero.

Qual è dunque la verità? Juantorena andrà in Russia o rimarrà a Trento, macerato dai dubbi e tormentato, pure, dai problemi di cuore che lo tratterebbero in riva all’Adige? Questione spinosa che affrontiamo con il presidente dell’Itas Diatec, Diego Mosna.

Presidente a che punto siamo con la questione contratto? Il giocatore cubano ha firmato o no con il Kazan?

«Sì, Osmany ha siglato un impegno contrattuale con la squadra russa già a marzo».

Ma il suo contratto con la società che lei rappresenta non è mica finito, giusto?

«Il giocatore è vincolato con noi sino al 2015,per altri tre anni. Noi per lasciarlo andare dovremmo scioglierlo anzitempo dagli impegni. E questo dovrebbe avvenire a fronte di un indennizzo che il Kazan si è impegnato a versarci. Si debbono insomma creare diverse condizioni che per ora non ci sono».

Una situazione ingarbugliata. Anche per via, questo lo diciamo noi, di una certa fretta di Juantorena nel voler firmare con i russi.

«Dal punto di vista puramente economico l’offerta del Kazan, forte dei proventi del gasdotto, non è paragonabile a quella che può essere fatta da una squadra italiana, noi compresi».

Per capirci presidente, cosa andrebbe a prendere d’ingagio Osmany in Russia rispetto a qui? Il doppio, il triplo?

«Il quadruplo, per quello. Capite bene che non possiamo competere con loro su questo piano».

Caspita. Ma qualche cosa si è comunque incrinato nelle certezze di Juantorena.

«Beh, sì. E comunque per partire lui ha bisogno che si realizzino le condizioni di cui dicevo prima. In primo luogo noi dobbiamo lasciarlo andare. Ci sono due contratti. Detto questo siamo intenzionati a lavorare per il bene del giocatore oltre che, naturalmente, per gli interessi della società».

Come e quando questo avverrà?

«Diciamo nel giro dei prossimi dieci giorni, durante i quali dovremmo avere un incontro con alcuni referenti del Kazan. Non c’è dubbio che il giocatore non ha gestito bene tutta la faccenda. Anche la scelta di tempo, quella di decidere alla vigilia di un incontro super delicato proprio con i russi, non gli ha certo giovato. Almeno sul piano della tranquillità mentale. E non solo della sua, ma di tutta la squadra indubbiamente turbata da quella trattativa. Ma in generale le notizie di mercato non servono certo a portare serenità nell’ambiente».

Ma anche questo fa parte del gioco. No?

«Sì, ma sino ad un certo punto. Posso dire, aquesto proposito, che noi non siamo interessati a mettere sotto contratto Exiga, per farle un esempio recente. Quello del libero è l’ultimo dei nostri problemi: abbiamo Bari, che è il titolare del ruolo nella Nazionale, e c’è Colaci che è uno dei giovani più promettenti. Perchè mai ci dovremmo andare a complicare la vita in un settore dove siamo più che coperti?».

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