Da semplice tifoso a Ceo: la “favola” di Stefano Domenicali
ROMA. Dai tempi in cui per vedere la Formula 1 da semplice tifoso doveva scavalcare le recinzioni a Imola, a quelli in cui è diventato il numero uno del Circus. Il sogno di Stefano Domenicali con la...
ROMA. Dai tempi in cui per vedere la Formula 1 da semplice tifoso doveva scavalcare le recinzioni a Imola, a quelli in cui è diventato il numero uno del Circus. Il sogno di Stefano Domenicali con la regina della velocità non solo si è realizzato ma continua. Dopo la lunga e fortunata avventura alla Ferrari e la fruttuosa parentesi alla Lamborghini, l’era del manager romagnolo al comando di Liberty Media (il gruppo Usa che ha acquisito i diritti della F1 da Bernie Ecclestone) accende i motori ufficialmente con l’inizio del mese di gennaio. Domenicali sostituisce Chase Carey diventando il nuovo Ceo della Formula 1 e andando a riformare idealmente, considerando che Jean Todt è il presidente della Fia e Ross Brawn il responsabile tecnico di Liberty Media, quella indimenticabile squadra Ferrari dei tempi dei trionfi di Michael Schumacher. Ad attendere Domenicali nella Formula 1 che verrà ci sarà un altro Schumacher, il figlio del Kaiser, il 21enne Mick, promosso in Formula 1 alla guida della scuderia americana Haas dopo aver vinto il campionato di F2 nel 2020. Oltre a Schumi Junior e ad altri giovani piloti, ad accogliere l’ex presidente della Lamborghini ci saranno due illustri vecchietti del Circus, Fernando Alonso e Kimi Raikkonen con cui Domenicali ha condiviso la gioia dell’ultimo Mondiale vinto dalla Rossa nel 2007 (con il pilota finlandese) e la delusione del titolo perso ad Abu Dhabi nel 2010 dallo spagnolo di Oviedo.
Emozioni forti e contrastanti che l'ex uomo in Rosso punterà a riportare nel Circus rimettendo al centro i piloti e con loro i famosi sorpassi. Il 55enne manager imolese troverà, rispetto al 2014 quando lasciò la guida della scuderia di Maranello, quasi alla fine dell'era dello storico patron Bernie Ecclestone, una Formula 1 a stelle e strisce, concepita come spettacolo almeno prima dell’avvento del Covid che attira sempre più nazioni e quindi sempre più soldi.
Nella prima stagione sotto l’egida del manager italiano, se l’emergenza sanitaria lo consentirà, ci sarà un Mondiale con 23 gare come mai accaduto in precedenza e con il primo Gran Premio dell'Arabia Saudita. Oltre al Patto della Concordia con 10 team sicuri in pista fino al 2025, Carey lascia in eredità a Domenicali il nuovo regolamento, slittato dal 2021 al 2022 a causa del Coronavirus, che con l’introduzione del budget cap e una spartizione più equa delle risorse dovrebbe garantire un maggiore equilibrio tra le monoposto e ridare un ruolo da protagonista ai duelli tra i piloti. Una sfida ambiziosa e affascinante quella di Domenicali, che ha già i suoi primi ostacoli legati naturalmente al Coronavirus. Sembra sempre più concreto il rinvio a data da destinarsi del Gp d’apertura in Australia, con il Bahrain che potrebbe diventare la prima gara della stagione.