Da Bazzoli a Perenzoni i direttori di gara protagonisti in campo
Trento. Dirigenti, allenatore e calciatori. Ma non solo. Chi sono gli “altri” regionali che, magari anche solo per una volta, hanno calcato i campi da calcio dei professionisti, pur non avendo tale...
Trento. Dirigenti, allenatore e calciatori. Ma non solo. Chi sono gli “altri” regionali che, magari anche solo per una volta, hanno calcato i campi da calcio dei professionisti, pur non avendo tale qualifica?
Un tempo erano inquadrate come le “giacchette nere” e i “collaboratori”, oggi si parla più propriamente di “direttori di gara” e “assistenti”. Per comodità: gli arbitri e i guardalinee.
Ebbene sì anche la nostra regione, che in quanto a numeri non può competere con quasi tutte le altre realtà della penisola (pur avendo ben cinque sezioni: Trento, Bolzano, Rovereto, Merano e Arco Riva), negli anni ha saputo esprimere tantissimi direttori di gara di assoluto spessore, alcuni dei quali hanno raggiunto anche il “top”.
Il primo regionale al top
Il numero uno è senza dubbio il meranese Livio Bazzoli, oggi 64enne, che nel 1991 raggiunse la Can (Commissione Arbitri Nazionale) di serie A, facendo il proprio esordio nell’ “Olimpo” del calcio italiano, dove restò sino al 2000 quando, con un paio d’anni d’anticipo, fu costretto ad interrompere l’attività a causa di alcuni problemi al ginocchio. Nel 1996 Bazzoli ottenne anche la qualifica d’Internazionale e, due anni più tardi, ricoprì il ruolo di quarto ufficiale (il cosiddetto “quarto uomo”) nella finale di Coppa delle Coppe tra Chelsea e Stoccarda diretta dal collega italiano Stefano Braschi.
I numeri di Bazzoli in serie A sono veramente significativi, con un totale di 125 gare dirette tra cui la finale di Supercoppa Italiana tra Juventus e Vicenza nel 1997, la finale d’andata di Coppa Italia tra Milano e Lazio nel 1998, oltre alle più importante classiche del campionato italiano, ovvero il derby d’Italia tra Juventus e Inter, il derby di Milano, la stracittadina della Mole, Juventus Roma, Milan - Roma e il derby della Lanterna.
L’attività del direttore di gara meranese è proseguita anche dopo l’addio al campo: è stato vicecommissario della Can A per cinque stagioni, osservatore arbitrale e, a più riprese, anche osservatore arbitrale Uefa, prestando servizio anche nelle partite di Champions League.
Bazzoli è stato il primo regionale ad aver esordito in serie A, poi è toccato al trentino Denis Salati che, dopo quattro stagioni nella Can di serie C, nel 2006 venne promosso alla Can di A e B. Nelle due stagioni trascorse tra i “top” del ruolo, Salati arbitrò una sola partita della massima serie (a maggio 2007: Udinese - Palermo), prima di essere dismesso, al termine della successiva stagione sportiva, con una decisione che suscitò non poche polemiche all’interno dei vertici arbitrali.
Poche settimane prima dell’esordio in serie A, Salati salì agli onori delle cronache nazionali perché, nel corso della sfida tra Empoli e Catania, per la quale era stato designato come quarto uomo, aiutò via auricolare il collega Girardi ad assegnare la punizione dal limite dell’area in favore dei padroni di casa, anziché procedere con il calcio di rigore, decretato inizialmente, ed erroneamente, dall’arbitro. La distanza tra la posizione di Salati e il punto dove era avvenuto il contatto era considerevole (oltre 40 metri), ma la decisione del fischietto trentino fu assolutamente impeccabile. Nel suo personale curriculum può vantare una cinquantina di partite di serie B (tra cui un Verona - Mantova disputato al “Bentegodi” davanti a spalti gremiti) e un ottavo di finale di Coppa Italia tra Inter e Reggina (gennaio 2008), nel corso della quale Mario Balotelli fece il proprio esordio nella formazione maggiore nerazzurra.
Prima di loro a raggiungere la Can A e B era stato Francesco Ghirardello, scomparso lo scorso anno, che nel 1964, a 33 anni, raggiunse la serie C e, tre stagioni più tardi, salì l’ultimo scalino della scala arbitrale. Di lui disse Nando Martelli, la “voce” storica dell’Italia, colui il quale raccontò per la Rai il trionfo mondiale del 1982, “un arbitro nato arbitro”, per la sua essenzialità, efficacia e professionalità. Tale espressione fu coniata in occasione della sfida tra Palermo e Catanzaro (2 a 0 il risultato finale) del 1968, decisiva ai fini della promozione in serie A. La direzione di gara di Ghirardello fu impeccabile, ma nel suo personalissimo percorso in giacchetta nera (allora sì che quello era l’unico colore delle divise arbitrali) c’è anche una stracittadina tra Genoa e Sampdoria e tantissimi derby toscani in serie C.
Sui campi della Penisola
Nella terza serie, oggi unica, ma un tempo divisa tra campionato di C1 e C2, sono stati numerosi i direttori di gara regionali che, nel corso degli anni, hanno fischiato sui campi di tutta la Penisola.
L’ultimo, in ordine di tempo, è il roveretano Daniele Perenzoni, da due stagioni in forza alla Can C e penalizzato dalla sospensione dei tornei, visto che il giovane arbitro lagarino era in un momento di grandissima forma. I ben informati raccontano di un direttore di gara in rampa di lancio, con evidenti miglioramenti nel corso dell’attuale campionato.
Prima di lui, provenienti dalla sezione di Trento, avevano fischiato nella terza serie professionistica Mario Bregoli, Stefano Bellutti, Fabrizio Brunialti (che diresse Napoli - Cittadella al “San Paolo” davanti ad oltre 50mila spettatori), Giuseppe Cisaria, Giancarlo Dalfovo, Francesco Marino, Gianni Pegoretti, Franco Rigolon ed Erino Zorzi, mentre i rappresentanti della sezione di Rovereto sono stati Alberto Ferrari, Gianpaolo Pola e Gianni Prosser. Il comparto di Arco Riva è stato rappresentato esclusivamente da assistenti arbitrali (Ezio Bellotti e Primo Tonini arrivarono sino alla Can A e B), mentre in terra altoatesina hanno raggiunto la Can C i bolzanini Edoardo Palmieri, Karl Rungger e Roberto Vecchiantini, quest’ultimo bolognese di nascita ma nel capoluogo altoatesino per motivi lavorativi e il meranese Christian Ciliberto, unico della propria sezione a raggiungere il calcio professionistico. Dal punto di vista arbitrale il Trentino Alto Adige è stato co protagonista di un evento storico, ovvero l’esordio in un campionato professionista di un arbitro donna. Domenica 25 settembre 2005, infatti, il match tra Alto Adige e Lecco venne diretto (in maniera impeccabile) da Anna De Toni, arbitro della sezione di Schio. La partita si chiuse in parità, 1 a 1, Bonacina del Lecco si è becco il rosso diretto per un fallaccio a metà campo e, alla fine, per lei solo applausi.