Beretta: «Il sogno rimane la salvezza»
Il presidente e il magic moment del Levico: «Pubblico a bocca aperta, ma i tempi difficili arriveranno»
LEVICO TERME. La rivoluzione di maggio non avrà la portata di quella dell’ottobre di cent’anni fa, anche perché Sandro Beretta non ha né la barbetta né (tantomeno) gli orientamenti politici di Vladimir Il’i› Ul’janov. Ma, almeno per il momento, funziona. Con Marco Melone (“cavallo di ritorno”) direttore generale, Claudio Ferrarese direttore sportivo e Stefano Manfioletti allenatore, il presidente del Levico sembra aver messo assieme una macchina perfetta. Con il ripescaggio in Serie D arrivato solo dopo Ferragosto, i termali hanno allestito una squadra assolutamente competiviva, i numeri di queste prime 10 partite (4 vittorie e 3 pareggi) parlano chiaro.
«Parere non richiesto dell’allenatore in seconda del Ciliverghe Mazzano – gongola Beretta – Siamo la seconda miglior squadra tra quelle che hanno affrontato. Comunque, per società che non rappresentino centri con le potenzialità economiche di Trento e Rovereto, la Serie D resta un impegno davvero importante. Peraltro, acquisti roboanti noi non ce ne potevamo permettere: abbiamo dovuto fare la squadra con giocatori che accettassero anche l’eventualità di rimanere in Eccellenza, in tanti hanno detto “no” a Ferrarese. Claudio ha lavorato in due direzioni: i giovani e i giocatori con motivazioni, perché erano gli unici che ci potevamo permettere. Ha fatto un grande lavoro lui e adesso lo sta facendo l’allenatore, per la società è una grande soddisfazione».
L’ingaggio di Bertoldi è un sacrificio?
«In questa categoria tutti gli investimenti sono faticosi. Non sono sacrifici se i giocatori rispettano le aspettative, come stanno facendo Fabio Bertoldi e tutti i suoi compagni di squadra».
Come si spiega il fatto che non sia approdato a Trento?
«Bertoldi ha un lavoro, noi siamo diversi dal Trento, da noi giocano calciatori che devono studiare e lavorare».
E come si spiega il fatto che un bomber del suo calibro, ancora prima, non sia approdato all’Fc Alto Adige?
«Non conosco tutta la storia di Fabio, ma so che in passato i presupposti per una carriera professionistica li aveva posti. Sono scelte di vita, a volte è meglio fare il dilettante ai massimi livelli».
È un Levico da sogno. Sandro Beretta sogna la salvezza o anche qualcosa in più?
«No, perché sappiamo come va il calcio, la fortuna può anche girarti le spalle. Quello che stiamo vivendo è già un sogno: il pubblico domenica è andato via dallo stadio a bocca aperta – conclude Beretta – Sappiamo che ci saranno momenti difficili, che dovremo solo guardarci le spalle, ma è giusto anche togliersi questo timore reverenziale nei confronti della Serie D».
Twitter: @mauridigiangiac
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