Beppe Viola: il Verona spreca, la Juve fa il bis
Gialloblù padroni del campo, ma nel finale i bianconeri li beffano e colgono il loro settimo trionfo ad Arco
ARCO. La Juventus ama ripetersi, soprattutto quando vince. Antonio Conte lo ha capito meglio di tutti, tanto da farne una filosofia di vita. Massimiliano Allegri lo ha prontamente imitato, ipotecando il quarto scudetto di fila. E Felice Tufano, allenatore della squadra Allievi, dimostra di aver imparato alla perfezione la lezione dei due grandi maestri. Per il secondo anno di fila, infatti, i bianconeri conquistano il Trofeo Beppe Viola strappandolo dalle mani degli sfortunati scaligeri, ormai assurti al ruolo di vittime sacrificali: nel 2014 era toccato al Chievo, stavolta all’Hellas. Con questo successo la Vecchia Signora balza in cima all’albo d’oro con le sette vittorie conseguite dal 1983 – anno del primo trionfo – ad oggi. La Juventus ha concesso il bis ma lo stesso, purtroppo per loro, hanno fatto i veronesi che a distanza di poche settimane dalla finale persa a Viareggio, contro l’Inter, con la Primavera, si sono dovuti accontentare di un altro secondo posto. Se Luca Toni – applauditissimo, quasi osannato, durante la cerimonia di premiazione al Casinò di Arco – e compagni stanno in un momento di grazia, dopo averle suonate domenica sera al Napoli, i giovani sono costretti a masticare amaro. E a rimuginare: bocche cucite (neppure l’allenatore ha voluto rilasciare dichiarazioni), occhi lucidi e mascelle serrate. Nessuna recriminazione ma tantissimo rammarico per essersi lasciati sfuggire un’occasione d’oro.
Comprensibile, perché se c'è una squadra che deve mangiarsi le mani questa è proprio l’Hellas che ha saputo tenere botta ai blasonati avversari mettendoli spesso in difficoltà, soprattutto sulla linea della trequarti, dove i veronesi sono stati a lungo padroni del campo. Ciò che è mancato, invece, è stato il colpo risolutivo, il guizzo in area o il tiro dalla distanza, arma di cui sembrano sprovvisti un po’ tutti gli Allievi visti all'opera ad Arco. La Juve, alleggerita di alcune bocche di fuoco dalla Nazionale (concomitanza che ha quasi scatenato un incidente diplomatico fra gli organizzatori del torneo e la Figc), si è dovuta arrangiare con i ferri del mestiere (che nella “bottega” juventina sono sempre eccellenti) e così ne è venuta fuori una partita diversa da quelle viste nei giorni scorsi, con i bianconeri dall’attacco più prolifico costretti perlopiù a difendersi e gli scaligeri con la difesa meno perforata (un solo gol subito in 5 giorni, quello di ieri) in propensione offensiva.
Dopo qualche scaramuccia iniziale la Juventus, intorno al 25’, ci prova con Monteleone che la butta fuori di un niente. Poco dopo Morselli incorna ma senza forza. È il momento migliore dei bianconeri ma Vencato fa buona guardia, anche sulla punizione di Bove. Nel finale di tempo il veronese Badan, fra i più bravi in campo, ha l’intuizione buona ma sbaglia i tempi dell’inserimento in area. La ripresa inizia a ritmo blando. L’occasione più ghiotta arriva al 20' con Buxton che approfitta di uno svarione difensivo bianconero ma al momento di insaccare si fa ipnotizzare dal portiere. La Juve replica con Manicone che in scivolata anticipa tutti ma spedisce sul palo. Al 36’ il gol: Morselli apre per Arras, che ruba il tempo al difensore e si presenta solo in area riuscendo ad anticipare il portiere in libera uscita. Il pallone finisce in porta e la Juve trionfa.