Allegri, addio al Milan ma soltanto a peso d’oro

Lunga trattativa senza esito: il tecnico non firma la risoluzione consensuale Galliani dissente, Berlusconi insiste: «Seedorf è l’allenatore giusto per il futuro»



MILANO. Il futuro della panchina del Milan sembra già scritto, con la staffetta fra Massimiliano Allegri e Clarence Seedorf, scelto personalmente dal presidente Silvio Berlusconi. Ma tempi e modi della transizione sono ancora nel campo delle ipotesi, perchè è andato a vuoto il primo tentativo del club rossonero di trovare un accordo sull’addio con il livornese. Novantacinque minuti di confronto con Adriano Galliani (che, paradosso, è stato il suo principale sponsor in questi tre anni) non hanno risolto il problema, economico come nella migliore tradizione dei divorzi. Un primo tentativo di risoluzione contrattuale è fallito, come si è capito quando Allegri ha lasciato la sede di via Turati a metà mattina, evitando uscite secondarie e mormorando che «non è successo niente: abbiamo solo bevuto un caffè». Così a lungo? «Ce lo siamo gustati», ha sorriso il livornese, poi è andato a pranzo a Milanello e da lì con il suo staff ha pedalato fino al Sacro Monte di Varese per rispettare il voto per la qualificazione alla Champions League (andata e ritorno dei playoff 20-21 e 27-28 agosto). Ha svuotato la propria stanza a Milanello, non solo perchè il centro sportivo da oggi ospita il ritiro dell’Under 21 verso l’Europeo. «Il caffè con Allegri è andato bene», ha detto ieri in serata Galliani, che potrebbe incontrare di nuovo l’allenatore prima del fine settimana, oppure all’inizio della prossima. Lasciare il Milan non è una sua scelta, quindi Allegri ha chiesto una buonuscita, che Berlusconi sperava di evitare, così come l’esonero, che garantirebbe all’allenatore i 2,5 milioni di euro netti dell’ultimo anno di contratto finchè non si accasa altrove. Potrebbe accadere presto: Allegri ha un’interessante offerta dalla Roma da tempo, ma il club giallorosso ora è concentrato sulla finale di coppa Italia di domenica, e all’interno è attraversato da correnti, un po’ come il Milan. Infatti sull’allenatore le idee non combaciano. Galliani fino all’ultimo ha perorato la causa di Allegri, supportato anche dalla Curva Sud che ha chiesto alla società di non cambiare guida tecnica o ripartire «con un vero allenatore», non con «persone come Seedorf (che non ce ne voglia) o altri che hanno zero esperienza in panchina». Voci che, secondo quanto filtra, difficilmente faranno alzare le quotazioni di Van Basten o Donadoni. Berlusconi è convinto che la soluzione giusta sia una: Seedorf, che giorni fa ha ceduto la proprietà del Monza (Lega Pro Seconda Divisione) all’imprenditore anglo-brasiliano Anthony Armstrong, e in caso di chiamata dal Milan dovrà essere affiancato da un allenatore (non Tassotti) perchè con il patentino Uefa A e B che sta conseguendo a distanza in Brasile con due tecnici della federcalcio olandese può avere al massimo il ruolo di vice allenatore.













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