A Torino il nodo italiano per la ricerca sui microrganismi



(ANSA) - TORINO, 05 MAR - L'università di Torino diventa l'unico ateneo in Italia che coordina un'infrastruttura di ricerca, nello specifico, insieme al Cnr, il nodo nazionale di Mirri Eric, il consorzio europeo per la conservazione, la caratterizzazione, la distribuzione e la valorizzazione di biodiversità e risorse microbiche. L'ateneo torinese, che conta una biobanca che conserva più di 10mila organismi e che ieri ha deliberato la nascita del Centro interdipartimentale per la conservazione e valorizzazione dei microrganismi, si conferma polo di primo piano in un settore strategico, quello dei microrganismi, considerati la chiave per il futuro di ambiente, cibo, salute, energia, industria, economia.
    Per citare solo alcuni esempi di prodotti che stanno già avendo un impatto importante su questi settori, materiali per l'edilizia a base di alghe, pelli, plastiche o pigmenti per la colorazione tessile a base fungo, biomateriali da imballo, cellulosa prodotta dai batteri, micro organismi per l'eccellenza del made in Italy agroalimentare, prodotti per il biorisanamento ambientale e biomateriali di origine batterica per protesi biocompatibili. Un mondo da studiare e sviluppare per il quale diventa strategico il lavoro di rete fatto con la joint research unit Mirri, che a livello nazionale riunisce 27 istituzioni, coordinate da UniTo.
    "Sempre di più la ricerca deve essere rete, condivisione, in una dimensione europea", sottolinea il rettore Stefano Geuna, mentre la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza, definisce questo progetto "un'occasione molto importante". "Abbiamo centrato un obiettivo fondamentale - conclude Giovanna Cristina Varese, coordinatrice del nodo nazionale -. Non vogliamo fare solo ricerca di base ma anche trasferimento tecnologico per affrontare le grandi sfide della società e la biodiversità microbica è una risorsa preziosa, alla base di tutto". (ANSA).
   









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