Lav, dopo la sentenza su F36: "Nuove linee guida per la gestione degli orsi in Trentino"
L'associazione animalista fa sapere di aver scritto all'Ispra), alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sul caso dell'orsa F36, uccisa con un colpo di fucile
TRENTO. La Lega antivivisezione (Lav) fa sapere con una nota stampa che recentemente ha inviato una lettera all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sollecitando nuove linee guida per la gestione degli orsi in Trentino, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sul caso dell'orsa F36.
Il 30 luglio 2023 l’orsa F36 aveva attaccato due escursionisti sui monti sopra Roncone, nelle Giudicarie. Fu un episodio classificato da Ispra e dalla Provincia quale corrispondente al livello di pericolosità 15 su 18 del Pacobace (fattispecie “orso attacca con contatto fisico per difendere i propri piccoli”), per il quale il Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro-orientali prevede la rimozione. Il 7 settembre 2023 era scattato il decreto di abbattimento dell’animale a firma del presidente della Provincia, successivamente sospesa dal Tar di Trento e dunque modificata in ordine di cattura. Le attività condotte nei confronti di F36 per eseguire l’autorizzazione alla rimozione, spiegò la Provincia, non hanno avuto successo. Il 27 settembre 2023, la carcassa dell’animale fu rinvenuta in val di Bondone (comune di Sella Giudicarie), la morte fu causata da una fucilata, furono indagati 4 cacciatori ma due settimane fa la procura ha chiesto l'archiviazione.
Con l'arrivo della primavera e delle temperature più miti, ricorda il sodalizion animalista, si attende un aumento delle possibili interazioni tra cittadini e plantigradi sul territorio trentino. Secondo l'associazione, la Provincia autonoma di Trento continua a mantenere un "approccio fortemente ideologico" che non favorisce la convivenza basata su evidenze scientifiche.
"La sentenza emessa a novembre 2024 dal Consiglio di Stato sul nostro ricorso contro la condanna a morte dell'orsa F36, uccisa poi da un bracconiere, ci ha fornito numerosi importanti elementi che sostengono la necessità di valutare anche i comportamenti tenuti dalle persone durante un'interazione con l'orso", ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Lav per l'area animali selvatici.
Nella sentenza, il Consiglio di Stato, ricorda la Lav, ha evidenziato come sia necessario valutare il grado di pericolosità degli orsi considerando anche le variabili contestuali che causano gli incidenti.
Nel caso specifico di F36, i giudici hanno ritenuto "etologicamente scontata" la reazione dell'orsa che, svegliata mentre dormiva nel bosco con il suo cucciolo, si è trovata di fronte due escursionisti che hanno reagito in modo contrario a quanto consigliato dagli esperti.
Nella lettera indirizzata all'Ispra, la Lav ha avanzato tre richieste specifiche: non avallare la captivazione permanente e l'uccisione di plantigradi i cui comportamenti risultano normali risposte etologiche; sollecitare la Provincia di Trento a educare adeguatamente le persone, come previsto dalla Direttiva "Habitat"; tenere conto della tutela rafforzata garantita alla vita animale dall'ordinamento giuridico nella redazione dei pareri sulle azioni da implementare.
L'associazione critica duramente l'approccio del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, accusandolo di adottare un "atteggiamento da sceriffo" che non aiuta i cittadini a vivere in sicurezza ma serve solo a "scaricare le sue pesanti responsabilità".
La Lav promette di continuare il suo lavoro di denuncia dell'inefficienza amministrativa provinciale, utilizzando gli elementi raccolti per opporsi a future condanne a morte di orsi.