Turismo: il lago di Garda e il “modello” Como
Nell’entroterra va migliorata la viabilità: tunnel da Salò a Limone e navigazione potenziata le opere al vaglio
LAGO DI GARDA. Sulla base dell’evoluzione del mercato turistico, quale potrà essere il futuro del lago? Inseguire il modello “luxury” del lago di Como oppure puntare su una via alternativa restando pur sempre nel segmento di alta gamma? A chiederselo non sono solo gli operatori turistici, ma anche gli investitori sia locali che internazionali. Prendendo in considerazione la la sponda bresciana troviamo 16 hotel a 5 stelle e 15 ristoranti presenti nella Guida Michelin, mentre sul lago di Como “ci sono tre ville iconiche da film e vip– sottolinea Massimo Ghidelli già presidente del Consorzio Garda Lombardia – ma per il resto il turismo lariano non ha nulla da insegnare a quello gardesano. Se sul lago di Garda ci sono strutture che fanno da richiamo per i miliardari, la non rincorsa verso questo target non regge a causa dell’entroterra che non è di certo allo stesso livello. Il mix ideale, secondo Ghidelli, sarebbe quello tra lo sviluppo delle nuove tecnologie al di fuori degli hotel, mentre all’interno si dovrebbe puntare su efficienza, rapporto umano ed alta professionalità. In prospettiva nessuna esasperazione, ma migliorare e valorizzare il più possibile l’esistente e basta centri commerciali nell’immediato entroterra. Un limite a qualsiasi sviluppo futuro e però costituito dalla viabilità per la quale si lavora su due ipotesi. La prima è quella di un tunnel che da Salò e Gardone porti a Gargano e Limone. Proposta non nuova, ma recentemente rilanciata dal sindaco di Limone Chicco Risatti. La seconda ipotesi sarebbe quella di ottimizzare la navigazione in modo tale da invogliare i turisti a lasciare i mezzi nei parcheggi pubblici e muoversi con i battelli, ammirando così da una diversa prospettiva le coste trentine, veronesi e bresciane.
Ma mentre si ragiona sul futuro e si costruiscono dei super resort l’ultimo realizzato in ordine di tempo è A Rosa a Salò ) si devono valutare gli attuali mercati. A causa della recessione sono in calo i tedeschi specialmente sulla sponda veronese, mentre cresce l’attenzione per il Garda degli americani.
Molto interessante il totale di spesa per viaggiare di 566 milioni di dollari, ma in crescita costante, suddivisi tra Paesi Arabi, Canada e Stati Uniti. Si tratta di un turismo di qualità e che preferisce non fermarsi sulle coste, ma muoversi anche nell’entroterra. Intanto i dati sui flussi turistici gardesani del 2023 sono ottimali: 7,8 milioni di presenze di cui 4,3 nelle strutture alberghiere.