L’analisi

Sul lago di Garda cambia la mappa del turismo straniero

In calo i tedeschi, boom dei polacchi. E le presenze dai paesi arabi impongono cambiamenti anche culturali


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. I dati consuntivi di fine stagione raccontano come la clientela tedesca sia in costante calo (-10%), mentre sulle sponde gardesane si assiste al boom di turisti polacchi (in alcune zone l’incremento raggiunge il 30%).

Si tratta di un nuovo andamento da interpretare e che richiede la capacità dell’offerta turistica di adattarsi alla differenza culturale, comportamentali ed anche di esigenze diverse da quelle ormai consolidate del turista tedesco.

Se tra questi e quello polacco le differenze sono molte, ancora di più lo sono col turista arabo e quindi si dovranno attrezzare diversamente le strutture, pensare ad offerte gastronomiche diverse, ma mantenendo sempre un alto livello di qualità.

Anche perché si tratta di mercati non fidelizzati che vanno consolidati e sotto questo aspetto, il Trentino gardesano può essere un esempio come risulta dall’analisi della società di consulenza Hotel Klinik che descrive un Garda trentino che per decenni ha avuto l’80% di ospiti italiani ed una piccola percentuale di stranieri con una marcata stagionalità delle presenze turistiche.

Si è poi adattato all’arrivo del turismo tedesco che ha portato ad un sostanziale cambiamento della proposta. Infine la recente realtà dell’ apertura dei mercati dell’Est, in particolare Polonia, Slovacchia, Cecoslovacchia e l’area ex Jugoslavia. Molti albergatori hanno colto al volo le nuove opportunità abbandonando un sistema consolidato ed aprendosi alla novità ed ai suoi rischi. Dal 2010 tutti gli alberghi si sono dovuti adattare alle nuove realtà accettando l’evoluzione del mercato.













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