agricoltura

Sul Garda trentino più olive ma meno olio

Il bilancio dell’annata agricola vede un’ottima produzione sia dal punto di vista della qualità che della quantità.  invece mancata la resa dell’olio


Carlo Bridi


RIVA DEL GARDA. La produzione di olive sul Garda trentino, nel 2024 è stata ottima sia dal punto di vista della qualità che della quantità. E’ invece mancata la resa dell’olio, siamo nell’ordine del 10%, contro una buona annata che è del 12-13%. Lo affermano uno dei massimi esperti: Massimo Fia direttore dell’Agraria di Riva.

Questo fenomeno è dovuto al fatto che nei primi 10 mesi dell’anno abbiamo avuto oltre 1800 mm di pioggia. Quasi un record. In compenso le olive sono molto belle e sane e pertanto l’olio è di ottima qualità, prosegue Fia. Questo fenomeno dell’eccesso di pioggia, si è registrato in tutta Italia dall’Umbria in su, mentre al sud fra la siccità e l’eccessivo caldo estivo si è registrato un netto calo della produzione. Meno 32%, con una produzione di circa 330 mila tonn di olio contro una media del triennio 2010 2012 delle 500 mila tonn di olio. La Spagna, altro grande produttore, dopo un 2023 molto scarso, è tornata ad una produzione nella media. Per quanto riguarda i prezzi ci dice il direttore dell’Associazione Agraria, noi come Agraria lo vendiamo a 27-28 euro a litro contro una media dei prezzi italiani che non raggiunge nemmeno la metà prezzo.

Finalmente, sottolinea Fia, anche sull’olio come sul vino dopo il metanolo, si è imparato a conoscere la differenza della qualità, non è abbastanza dire olio, ma si vanno a cercare tutte le caratteristiche del prodotto e va detto che quello dell’Alto Garda è decisamente di alta classe. Ma c’è un altro aspetto che merita essere sottolineato, come nel settore vino si riscontra la presenza sempre maggiore degli enoturismi, anche nel settore dell’olio gli oleo turisti sono in netto aumento.

Un esempio? Presso il negozio dell’Agraria di Riva del Garda dove quotidianamente vengono acquistate le bottiglie del nostro olio, sono sempre più le persone che prima di fare l’acquisto si informano sul prodotto e fanno gli assaggi. Dal canto suo Michele Morten responsabile del servizio di Consulenza tecnica per l’olivo della FEM, evidenzia come la produzione del 2024, dopo le annate scarse del 2021 e 2023, e quelle buone del 2020 e del 2022, il 2024 è ritornato ad essere un’annata molto produttiva, ma con scarsa resa in olio 311,4 tonn di olio con una resa media del 10,91%. Diversi i motivi dell’ottima produzione: in primavera non ci sono state gelate tardive, e le piante erano ben rivestite di rami misti con buona carica di gemme a fiore. A fine maggio la fioritura è avvenuta in un clima molto favorevole, permettendo un’elevata allegagione. A giugno e luglio le piogge sono state ben distribuite ed hanno consentito un ottimo sviluppo delle drupe, mentre il caldo della seconda metà di luglio e di agosto non ha interferito negativamente sulla produzione, per la presenza diffusa di impianti irrigui. Le successive piogge di inizio settembre e le temperature miti hanno permesso uno sviluppo ottimale delle olive.

Nel corso dell’annata le problematiche fitosanitarie sono state generalmente contenute, in particolare la presenza dei fitofagi. La problematica osservata quest’anno, prosegue Morten, è stata la cascola delle olive prima della maturazione, che non sembra di origine parassitaria poiché le drupe cadute erano perfettamente sane. A supporto dei circa 1500 olivicoltori, conclude Morten, ma anche dei frantoi, ha lavorato la Fondazione Mach fornendo un servizio di consulenza su aspetti agronomici, di difesa, fitosanitaria, cinetica di maturazione e su aspetti qualitativi come nel caso del panel test sull’olio. Il tutto supportato da una solida attività sperimentale finalizzata allo studio di problematiche che emergono dal territorio.













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