l’allarme

Lago di Garda: il pescato è ai minimi storici

Calo verticale della quantità di coregone. I pescatori: «Speriamo di riuscire a fare ancora una stagione, ma se continua così saremo costretti a cambiare lavoro»


di Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. Siamo prossimi alla fine del 2024 ed è già tempo di bilanci, decisamente preoccupante quelle relativo al pescato in
costante diminuzione , tant’è che i pescatori professionisti
amaramente dichiarano: “ Abbiamo chiesto la ripresa immediata delle semine del coregone, anche per un numero limitato di avannotti, ma nessuno ci ha risposto. Speriamo di riuscire a fare ancora una stagione, ma se continua così saremo costretti a cambiare lavoro”.

La base di partenza sono i dati forniti dai grossisti che acquistano le
specie ittiche direttamente dai pescatori e la prima valutazione è
quella del calo verticale della quantità di coregone pescato che ha
come effetto diretto la limitazione di un piatto tipico della cucina
gardesana, materializzando un danno economico che non è solo dei
pescatori. Si è passati infatti dai 56mila chili del 2020 ai 45mila
del 2021 e poi dai 31mila del 2022 ai 23mila del 2023 per terminare
con i 12mila del 2024. Si conferma la tendenza negativa per il
coregone (specie immessa nel 1918 per supportare il settore della
pesca) la cui causa non pare però essere collegata unicamente al
decreto ministeriale che ha di fatto messo uno stop ai ripopolamenti
di specie non autoctone. Filippo Gavazzoni vicesindaco di Peschiera
del Garda e vicepresidente della Comunità del Garda: «Nel 2020 la
quota annuale di coregoni prelevata a livello professionale, calcolata
su circa l'80 per cento del pescato, era di 56 tonnellate, mentre nel
2024, con i dati aggiornati a qualche giorno fa e considerabili quindi
definitivi, si parla solamente di 12, con un calo progressivo annuo di
circa il 20 per cento sulla quota precedente». Gavazzoni prosegue
riconoscendo come «Questa analisi non può avere un valore scientifico,
ma ho voluto recuperare questi dati per indurre alla riflessione su
alcuni aspetti fondamentali. Questo decreto ha interrotto il
ripopolamento e l'attività degli incubatoi nel 2021, che non hanno più
ricevuto quindi le uova spremute dagli esemplari che sarebbero stati
catturati in deroga al fermo pesca a tutela della riproduzione. Se a
questo dato, che è certo, aggiungiamo che la media stimata di crescita
sul lago di Garda per avere un coregone - lavarello in misura per la
pesca è di due anni (per arrivare ad una lunghezza di almeno 30 cm), risulta evidente che il calo riportato sopra non è da ricondursi, come detto, solo all'interruzione dei ripopolamenti. Quindi per ora, al
netto dello stop alla riproduzione, che ha comunque il suo impatto le
cause o sono da ricondursi ad un prelievo eccessivo rispetto alla
reale produttività del lago (es: nascono 10 pesci e ne prelevo 12),
oppure questa specie stenta a riprodursi in modo efficace
naturalmente, ma un fattore non esclude a priori l'altro».













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