l’iniziativa

Desenzano, un tricolore da record: illuminato il viadotto di 400 metri

Ma i costi dell’elettricità in piena crisi energetica sollevano critiche (foto ferrovie.it – Davide Campione)


di Daniele Peretti


DESENZANO. Una spesa complessiva di 120 mila euro in epoca di restrizioni economiche e di crisi energetica è giustificata per illuminare con il tricolore il viadotto ferroviario? A Desenzano se lo chiedono in molti anche perché al costo dell’impianto è da aggiungere quello dell’energia elettrica per dar vita alla bandiera italiana che da metà luglio illumina il viadotto.

Ma c’è anche chi sottolinea che oltre a questo aspetto per così dire esteriore ci sarebbe da fare un intervento di sostanza che sarebbe quello di rendere agibile lo spazio sottostante al cavalcavia da tempo precluso al passaggio. Insomma un progetto di sicuro impatto che però fa discutere.

Quella di Desenzano è una delle più grandi videoproiezioni del mondo con uno spazio illuminato lungo 430 metri ed alto 30, 20 i proiettori installati dalla ditta bresciana Serata Chic Technology. In estate il viadotto sarà illuminato tutte le sere mentre nel resto dell’anno l’illuminazione sarà limitata ai fine settimana ed ai periodi festivi.

Secondo l'assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Maiolo “il tricolore è soltanto il punto di partenza di questa installazione che è un modo per valorizzare la porta di Desenzano del Garda. L'impianto di videoproiezione all'occorrenza potrà essere utilizzato per celebrare giornate particolari, o per lanciare dei messaggi anche di pace".

L’ideatore dell’impianto è il consigliere comunale Emanuel Piona ( Forza Italia ) che nel febbraio di due anni presentò una specifica mozione approvata all’unanimità: “Questa illuminazione è il simbolo della rinascita post covid, ma anche un benvenuto a tutti coloro che arrivano in auto nel basso Garda accedendo da Desenzano. Circa un milione di auto transitano annualmente sulla strada che passa sotto il viadotto ferroviario". Viadotto che fu inaugurato per la prima volta nel 1854 ed originariamente era in pietra, per poi essere distrutto nel luglio del 1944 dai bombardamenti alleati durante la seconda Guerra Mondiale.

Venne ricostruito tra il 1946 ed il 1947 in calcestruzzo armato, conservando della struttura originale nei piedritti, nelle spalle e i muri d'ala. Il viadotto è complessivamente lungo 427 metri, con un’altezza di 33 metri e 17 arcate e sorge tra le progressive chilometriche 109.634 e 110.061 ed ospita il doppio binario della linea Milano - Venezia di RFI.













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