Prova il monopattino dell'amico, cade e muore a 13 anni
Incidente nel Milanese, indaga la Procura di Monza
MONZA. La passione per il monopattino e per la velocità hanno trasformato il pomeriggio di due amichetti in tragedia. Fabio Mosca, 13 anni, è morto dopo aver battuto violentemente la testa mentre guidava il monopattino di un amico su una pista ciclabile, oggi (30 agosto) a Sesto San Giovanni, nel Milanese.
La Procura di Monza, come ha confermato il procuratore della Repubblica Claudio Gittardi, vaglierà ora eventuali responsabilità di altre persone, tra cui il padre dell'amico del giovane deceduto.
Erano circa le 16.15 quando Fabio, un suo amico e il genitore di quest'ultimo, stavano passeggiando all'interno del Parco 9 Novembre, nel comune dell'hinterland milanese. Secondo la ricostruzione effettuata dalla Polizia Locale, il tredicenne avrebbe chiesto di poter provare il mezzo a due ruote dell'amico, uscendo dai confini dello spazio verde. Forse per l'eccessiva velocità, forse per una manovra sbagliata o una frenata troppo brusca o forse, ma meno probabile, per un guasto dello stesso monopattino, dopo aver percorso alcuni metri sulla pista ciclabile di viale Antonio Gramsci, Fabio è caduto di faccia impattando violentemente contro il marciapiede, finendo a terra sull'asfalto, dal quale non si è più rialzato. Immediata la richiesta di soccorsi da parte di una passante e del padre del suo amico, sotto gli occhi terrorizzati del figlio.
Sul viale che porta alla stazione di Sesto San Giovanni è arrivata un'ambulanza del 118 e fin da subito le condizioni del tredicenne sono apparse gravi: il ragazzo, in arresto cardiocircolatorio e con un forte trauma cranico, è stato subito intubato.
Arrivato in coma all'ospedale di Niguarda (Milano), Fabio non ce l'ha fatta. Gli accertamenti della Polizia Locale dovranno ora ricostruire la dinamica dell'incidente. In particolare, saranno effettuate verifiche proprio sul mezzo a due ruote per capire se è a norma e se può essere guidato da un minorenne. Il monopattino è già stato sequestrato dagli agenti ed è a disposizione della magistratura inquirente, che potrebbe decidere di sottoporre il mezzo a una perizia.