Le Acli trentine: corridoi umanitari per le donne e i bambini afghani
Si moltiplicano gli appelli in Trentino, dal Forum per la pace al Pd. Il coordinamento donne delle Acli: “Non possiamo rimanere in silenzio”
TRENTO. Il Coordinamento donne Acli del Trentino, assieme all'associazione, esprime "grande preoccupazione per la situazione che si è creata in Afghanistan e chiede di sottoscrivere la petizione per creare dei corridoi umanitari per salvare le donne afghane e i loro bambini".
"Le donne - si legge in una nota delle Acli - saranno di nuovo considerate cose, parte di un bottino, proprietà privata degli uomini. Le bambine di nuovo saranno date in sposa, come premio ai capi talebani. Non è un paese per donne l'Afghanistan, eppure sono loro l'anima costruttiva, forte e corretta di un paese allo sbando. La paura regna, la libertà è stata sconfitta. Non possiamo rimanere in silenzio tutte noi, donne e uomini, dobbiamo lottare per il riconoscimento dei diritti umani anche in Afghanistan".
L’appello delle Acli si aggiunge ai numerosi di queste ore: dalla Commissione pari opportunità al Forum per la pace al gruppo provinciale del Pd del Trentino che ha depositato una mozione in consiglio in cui si chiede che la Provincia si attivi per “aprire urgentemente un corridoio umanitario per i profughi afghani, destinato prioritariamente a donne e bambini”.
E anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli aveva aderito all’iniziativa di alcuni sindaci che hanno annunciato un impegno dei Comuni a favore di chi fugge dall’Afghanistan dei talebani ma anche a sostegno di chi resterà nel Paese.