Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è dimesso
Al suo posto Alessandro Giuli, nel frattempo i legali dell’ex Ministro: «Stiamo verificando la possibilità che ci sia stato un ricatto»
ROMA. Le dimissioni irrevocabili le ha comunicate in una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, "E' in gioco la mia onorabilità e giudico importante poter agire per dimostrare la mia assoluta trasparenza e correttezza, senza coinvolgere il governo", avrebbe scritto Sangiuliano, "Ti ringrazio per avermi difeso con decisione, per aver già respinto la prima richiesta di dimissioni, e per l'affetto che ancora una volta mi hai testimoniato" le scrive ancora il ministro che annuncia anche l'intenzione di agire "in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno, a cominciare da un imminente esposto alla Procura della Repubblica, che intendo presentare". Al suo posto, Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura.
La vicenda "non è rimasta inosservata" e alla Corte dei Conti "si stanno facendo le valutazioni del caso". E' quanto fanno sapere dalla magistratura contabile interpellata sul caso che ruota attorno al ruolo di Maria Rosaria Boccia e al suo rapporto con il ministro della Cultura. L'avvocato del ministro della Cultura, Silverio Sica, afferma intanto che "non ci sono prove che sia stato ricattato, lo escludiamo certamente" e "per il materiale che abbiamo esaminato siamo nel pieno di una vicenda privatissima. Questa vicenda politicamente risponde a una logica della doppia morale tutta italiana, morale propria è quella dell'avversario".
"Stiamo verificando una per una le dichiarazioni della dottoressa Boccia per renderci conto se c'è una violazione della riservatezza di quella che è stata la vicenda umana che ha accomunato per breve tempo queste due persone", ha aggiunto il legale spiegando che sui tempi dell'esposto "aspettiamo si calmi la vicenda politica e poi facciamo firmare la denuncia che andiamo a elaborare"."Se si è trattato di un piano studiato? Non sappiamo, dobbiamo verificarlo. Non escludiamo nessuna ipotesi rispetto a questo", ha detto ancora l'avvocato. In merito ai soldi pubblici, ha precisato che "non ci sono stati nemmeno per un caffè. Questa è una vicenda privatissima che si è trasformata, in base alla logica della doppia morale, in una vicenda politica" .