Under 35, 600 euro a chi finisce gli studi
Via al reddito di qualificazione: abolito il requisito Icef per chi sospende o riduce il lavoro per diplomarsi o laurearsi
TRENTO. Dopo il «reddito di attivazione» a sostegno dei lavoratori disoccupati, decolla anche un altro dei quattro pilastri del nuovo sistema degli ammortizzatori sociali provinciali previsti nel piano dell’Agenzia del lavoro: è il «reddito di qualificazione», misura unica in Italia che consiste in un aiuto economico per i giovani lavoratori under 35 che sospendono o riducono la propria attività lavorativa per un certo periodo, con l’obiettivo di conseguire un titolo di studio. Ieri la giunta provinciale ha dato il via libera ad alcune modifiche a questo strumento, in modo da ampliare la platea dei beneficiari e render e più facile l’accesso al finanziamento. L’indennità sarà di 600 euro al mese in caso di sospensione totale dal lavoro, proporzionata in caso di riduzione di orario, e varrà per un massimo di 8 mesi per ciascun anno scolastico e di 6 mesi in caso di laurea e sarà riconosciuta solo in caso di un buon esito degli esami.
La prima novità introdotta ieri riguarda l’abolizione del requisito della valutazione Icef: «Questo non è uno strumento di politica passiva per aiutare chi è in difficoltà economica, quindi un criterio di selezione basato su quanto percepito dal lavoratore nell’anno precedente, quando lavorava e guadagnava a tempo pieno, non aveva un particolare significato», ha spiegato l’assessore al lavoro e vicepresidente Alessandro Olivi, «questa è una misura di politica attiva che vuole sostenere quei giovani che, pur avendo già un impiego, puntano ad accrescere il loro bagaglio di competenze e a conseguire un titolo di studio più elevato. Si tratta di una buona prassi europea che abbiamo voluto nella convinzione che lo studio favorisca la crescita professionale ma anche che lo sviluppo del Trentino sia in buona parte determinato dalla qualità del lavoro».
Viene inoltre eliminato il requisito dell’anzianità aziendale, ovvero l’obbligo per il lavoratore di aver lavorato 6 mesi presso la stessa azienda: la giunta ha valutato che nel caso di molti giovani, che hanno contratti brevi, si trattava di un vincolo troppo forte. «La Provincia - ha aggiunto Olivi - cercherà ora di siglare degli accordi-quadro» con le categorie, per non lasciare tutto alle iniziative dei singoli: per far scattare il reddito di qualificazione servirà naturalmente l’accordo del datore di lavoro, che non avrà diritto a contributi economici. A settembre partirà invece il confronto con le parti sociali per attivare il «reddito di continuità» per i lavoratori sospesi: strumento questo che presuppone però che le imprese diano vita ad un fondo intercategoriale con i contributi di tutti i lavoratori.
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