Trentingrana, il boom dei costi pesa sul calo della produzione di latte
I dati riflettono la chiusura di una ventina di stalle durante il 2023
I NUMERI. Prezzi stabili, aumento degli interessi pagati del 300%
TRENTO. Assemblea annuale oggi dei soci del Trentingrana, Consorzio dei Caseifici Sociali del Trentino. L’approvazione del bilancio ha visto 12 voti a favore e 2 contrari. In evidenza il calo di produzione del latte che nel 2023 è stato pari al 3,84% attestandosi sul milione e 400 mila quintali, mentre il latte conferito ai Caseifici sociali aderenti al Consorzio è stato pari a un milione e 150 mila quintali. Con un calo del 3,75% rispetto all’anno precedente. E’ questa la conseguenza della chiusura di una ventina di stalle durante il 2023. Calo dovuto principalmente all’aumento dei costi di produzione a causa di una lievitazione dei prezzi di tutte le materi prime. Ma non solo, è stato registrato un forte aumento dei tassi di interesse pari al 300%.
Un altro dato valga per tutti: i costi energetici sono aumentati rispetto al 2021, nonostante il calo rispetto al 2022, del 100% e la sensazione è quella che prima di ritornare ai prezzi del 2021 ci vorrà molto tempo. Sono queste alcune delle considerazioni fatte da Stefano Albasini, presidente in scadenza, come tutto il Cda, del Concast-Trentingrana. Oggi l’assemblea ha nominato anche il nuovo Cda, che si riunirà a breve per l’elezione del presidente, confermando in blocco quello uscente.
Nonostante le difficoltà nel 2024 sono state avviate le attività finanziate con il Pnrr per 17,5 milioni per la razionalizzazione delle strutture del Concast- Trentingrana, un investimento che dovrebbe vedere aumentare la redditività del Consorzio. Dall'inizio di gennaio è attivo nella sede di via Bregenz a Spini di Gardolo (Trento), il nuovo centro unico di confezionamento del Trentingrana, trasferito da Segno di Predaia in Valle di Non, (che peraltro rimane come magazzino di stagionatura), con riposizionamento della linea degli altri formaggi in un altro capannone, ristrutturato e riammodernato. Inoltre è stata implementata la linea unica per la produzione e il confezionamento del Trentigrana grattugiato, una produzione e lavorazione che prima doveva essere esternalizzata, e che ora permetterà di valorizzare al meglio (in termini economici) parte della produzione che in precedenza non era correttamente valorizzata. Nel 2023, ha ricordato Albasini, è proseguito il processo di accorpamento dei caseifici passati da 17 a 14, questo in Valle di Non, mentre a inizio del 2023 è rientrato anche il caseificio degli Altipiani di Vezzena, che ha permesso di ampliare la gamma dei formaggi con il Vezzena in particolare.
In conclusione il presidente ha affermato: “Certamente ci sono margini di miglioramento della nostra organizzazione su diversi fronti, è importante che alla fine si riesca a trovare una quadra che permetta la migliore soddisfazione a tutte le parti coinvolte”.
Dal canto suo l’assessora Giulia Zanotelli nel suo intervento si è soffermata sulle fusioni tra caseifici che non rappresentano certo un punto di debolezza, ma di responsabilità. Il comparto sta soffrendo come dimostrano le chiusure delle stalle, ma vuole andare avanti con determinazione. Ha quindi ricordato il progetto curato da Trentino Marketing con il Dipartimento di Elisabetta Nardelli di promozione co-marketing sui formaggi di malga e sul latte alimentare.
I dati del Consorzio
Il valore della produzione del 2023 si è attestato sui 63, 4 milioni di euro, in calo del 5,9% circa rispetto al 2022. Le aziende zootecniche di riferimento sono scese a 635. Il 2023 ha visto un significativo calo della produzione di Trentingrana, passata dalle 108 mila forme del 2022 alle 95 del 2023 e stimate alle 85 mila nel 2024 con una ulteriore riduzione, mentre le forme vendute nell’anno ’23 sono state 96 mila. Il tutto in conseguenza di un eccesso di offerta. La commercializzazione della linea formaggi tradizionali ha portato discrete soddisfazioni, con vendite in crescita in valore rispetto al 2022, specialmente nell’ambito della Gdo. Buono il mercato del burro prodotto in 14 mila quintali mentre il sierificio ha prodotto ha prodotto 80.034 quintali di polvere di siero.