Mercoledì il Trentino si ferma per 8 ore

Sciopero contro le misure di austerità del governo. La Cgil: così si bloccano crescita e sviluppo



TRENTO. Anche la Cgil del Trentino aderisce allo sciopero generale del 14 novembre proclamato dalla Ces, la Confederazione europea dei sindacati. Ogni paese ha stabilito condizioni diverse di mobilitazione, mentre le organizzazioni sindacali hanno deciso in maniera autonoma le forme di protesta. Mentre a livello nazionale la Cgil ha stabilito 4 ore di sciopero, la Cgil del Trentino ha esteso l’astensione dal lavoro a 8 ore per dare modo di partecipare al presidio che si svolgerà davanti al Commissariato del governo a partire dalle 10 di mercoledì. Sono esclusi dallo sciopero il trasporto pubblico locale, i postali e i bancari, mentre i dipendenti dell’Autobrennero si fermeranno per quattro ore. Il comizio verrà tenuto dal segretario nazionale della Cgil Nicola Nicolosi.

I presupposti dello sciopero programmato per mercoledì stanno nelle misure scelte dal governo per contrastare la crisi. A parere del sindacato, la linea dell’austerità e del rigore condivisa da tutti i governi europei stanno trascinando l’Europa alla stagnazione, bloccando la crescita e elevando il livello della disoccupazione. La ricetta del governo Monti, spiega la Cgil, ha puntato sullo smantellamento del welfare, l’aumento della flessibilità nel mercato del lavoro, la riduzione delle pensioni e la privatizzazione dei servizi pubblici. Aspetti che hanno aggravato la pressione della crisi per i lavoratori, facendo crescere disoccupazione e disuguaglianze sociali. La si pensi come si vuole, ma l’impatto della crisi sulle famiglie italiane è stato enorme ed è sotto gli occhi di tutti. La “ripresa” prevista dal Fmi non si è ancora intravista, e nel frattempo 25 milioni di europei sono senza lavoro. I sindacati europei chiedono di cambiare rotta, visto che le misure “anticrisi” non stanno funzionando. Chiedono, tra l’altro, una governance economica al servizio della crescita sostenibile e occupazione di qualità, giustizia economica e sociale attraverso politiche di redistribuzione, tassazione e protezione sociale, una garanzia occupazionale per i giovani, una politica industriale europea orientata verso un'economia verde e a basse emissioni di carbonio e verso settori rivolti al futuro, con opportunità di occupazione e crescita, l'intensificazione della lotta contro il dumping sociale e salariale, la condivisione del debito attraverso gli Eurobond













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