«Fiere sempre più internazionali: così sfidiamo il mercato»

Rfc, l’analisi del presidente Pellegrini a 30 anni dalla nascita «Oggi fatturato vicino ai 18 milioni, possiamo arrivare a 25»


di Gianfranco Piccoli


RIVA. Riva del Garda Fierecongressi Spa festeggia in questi giorni i trent’anni di fondazione. Lo fa in un momento in cui la società guidata da undici anni dal presidente Roberto Pellegrini sta vivendo una fase importante di cambiamento e sviluppo. Recentemente c’è stato, infatti, il via libera all’aumento di capitale da 3 milioni di euro, necessario per finanziare l’ampliamento del quartiere fieristico. Operazione da 40 milioni di euro che ha richiesto anche la creazione di una società ad hoc, Rfc Immobiliare, per l’acquisizione dell’area ex Sicom alla Baltera. La Provincia, da parte sua, ha in rampa di lancio i bandi per la realizzazione del padiglione ad ovest (14,7 milioni) e per il nuovo centro congressuale (28 milioni).

Pellegrini, come sta l’ente fieristico?

«In piena salute, con un ottimo equilibrio dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale.»

Quindi?

«Quindi siamo pronti a rimettere tutto in discussione, facendo già nelle prossime settimane un’analisi ipercritica di tutto ciò che facciamo: prodotti, marketing, mercato.»

Sembrerebbe paradossale…

«Non lo è. Il mercato è veloce, se non capiamo dove andrà, in 10 anni rischiamo di sparire. Come per altro sta accadendo a molti enti fieristici italiani.»

Gli ingredienti dei vostri numeri positivi?

«Ha pagato la nostra politica di internazionalizzazione, soprattutto per quanto riguarda Expo Riva Schuh. Ci siamo attivati in Cina, India, Dubai, Sud Africa, andiamo dove stanno nascendo nuovi distretti delle scarpe, portando anche in dote i potenziali acquirenti. Spieghiamo cosa serve per stare sul mercato. In questo modo il nostro know-how si è ampliato enormemente.»

I congressi?

«Paghiamo lacune strutturali, ma dal punto di vista della qualità dei servizi e della soddisfazione dei clienti non siamo secondi a nessuno.»

Come vi collocate nel mercato italiano?

«Tra le realtà di seconda fascia, quelle con superfici tra i 30 e i 40 mila metri espositivi, siamo tra i primi. Con un vantaggio rispetto a tutti gli altri.»

Cioè?

«Siamo proprietari dei brand: Expo Riva Schuh, la più importante fiera mondiale di settore, ed Expo Riva Hotel, la prima in Italia. Questo ci mette più al riparo da certe fibrillazioni del mercato.»

Si parla di fiere a Riva e spesso si pensa solo alle scarpe. Non siete un po’ troppo dipendenti da questo evento?

«No. È così per tutti gli enti di queste dimensioni: ruotano attorno ad un grande evento. A Vicenza, ad esempio, tolta la fiera dell’oro, c’è il deserto.»

I due nuovi padiglioni risponderanno proprio alle esigenze di nuovi spazi per Expo Riva Schuh.

«Certamente. Avremo circa 10 mila metri espositivi in più. Che, in soldoni, significa in termini di fatturato una terza fiera delle scarpe ogni anno, motivo per cui abbiamo fretta di poter disporre dei nuovi padiglioni. Ma gli investimenti porteranno anche quelle migliorie tecnologiche e di risparmio energetico non più differibili.»

L’attività fieristica può essere ampliata?

«Oggi abbiamo 13 eventi alla Baltera per circa 50 giorni fiera. L’allestimento di ogni fiera richiede molti giorni di lavoro, motivo per cui al massimo si può pensare di arrivare a 65 giorni fiera all’anno. Non di più. Di certo con i nuovi spazi si può pensare di ospitare due eventi insieme.»

I congressi?

«Con il nuovo centro sparirà il Palameeting e questo toglierà un polmone all’attività. Il lato positivo è che con la nuova sala da 1.200 posti si potranno ospitare due congressi importanti in contemporanea. Il futuro è l’internazionalizzazione dell’attività: i congressi internazionali hanno calendari chiari e sono più facili da gestire. Il punto problematico è un altro.»

Quale?

«Ci sono alcuni periodi dell’anno in cui c’è una difficoltà notevole a reperire posti letto negli hotel. Questo ci dice che il mercato turistico è in salute, ma per noi è un problema.»

Ci sono margini per la crescita del fatturato?

«Oggi siamo verso i 18 milioni. Ritengo che la soglia dei 25 sia raggiungibile.»

Rfc è un matrimonio pubblico-privato di lungo corso.

«Un matrimonio virtuoso. L’ingresso del privato ha evitato operazioni di lottizzazione, mettendo dei paletti chiari ai ruoli.»

Voi gestite il polo fieristico, il mattone è di Patrimonio del Trentino, al quale pagate una locazione molto onerosa. Mai pensato di acquisire tutto?

«La divisione netta dei ruoli è una scelta fatta quindici anni fa che ritengo corretta. Non vedo novità all’orizzonte.»

A Trento si continua a parlare di aree fieristiche.

«Non ci preoccupano.»

Mai pensato di proporvi come regista unico provinciale?

Pellegrini sorride e allarga le braccia.













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