Contratti, trattativa al via Nuovi premi produttività

Positivo il primo incontro Provincia-sindacati. Rossi: «Logica di efficienza» Cgil e Fenalt: «Aumenti tabellari». Si parte dai 25 milioni del Foreg


di Chiara Bert


TRENTO. Adeguamenti salariali tabellari, premi di produttività, progressioni di carriera. Saranno tanti i temi sul tavolo del confronto Provincia-sindacati per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, fermi dal 2009 e ora sbloccati dalla sentenza della Corte costituzionale che ha giudicato illegittimo il mancato adeguamento deciso dai governi nazionali.

La trattativa riguarda in Trentino circa 39 mila lavoratori del comparto autonomie locali (Provincia e suoi enti strumentali, Comuni, Aziende pubbliche di servizi alla persona), sanità, scuola e ricerca. Ieri il primo incontro tra il governatore Ugo Rossi e i dirigenti provinciali con le organizzazioni sindacali del comparto autonomie locali (in seguito il confronto si aprirà anche per gli altri comparti) sembra partito con il piede giusto.

Il presidente della Provincia ha confermato la volontà di onorare il pronunciamento della Consulta e ha proposto di avviare da subito, senza aspettare il deposito della sentenza, tavoli tecnici in cui svolgere un lavoro propedeutico alle direttive che saranno date all’Apran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale ieri presente al vertice con il presidente Giorgio Bolego. «Vogliamo discutere di contratto in una logica globale, affrontando tutti i temi - spiega Rossi - veniamo da tanti anni di blocco e dunque abbiamo tanti temi sul tappeto, i rinnovi tabellari, le progressioni di carriera, il Foreg scaduto da rinnovare. La nostra intenzione è di affiancare alla logica puramente contrattuale, una logica nuova di efficienza e produttività». «Naturalmente - avverte il governatore - questa trattativa andrà fatta compatibilmente con la situazione di bilancio - noi vogliamo fare i contratti con soldi sicuri, non come certe amministrazioni che poi si sono trovate a far fronte a squilibri nei conti».

Ad oggi non ci sono stime sui costi dei rinnovi, i 50 milioni ventilati ieri da un organo di stampa «è un conto che non abbiamo fatto», spiega Rossi. Al momento si parte dai 25 milioni (all’anno) del Foreg, il fondo per la riorganizzazione e l’efficienza gestionale. A bilancio sul 2015 invece non c’è nulla, e le risorse andranno recuperate se, come pare, la sentenza chiarirà che l’adeguamento all’inflazione riguarderà anche la seconda metà del 2015.

Prudentemente soddisfatto il segretario della Fp Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe: «Noi abbiamo chiesto che si riprenda in mano il contratto, sia per il piano giuridico che economico, e che si parta dall’aumento tabellare fisso per tutti i lavoratori. Abbiamo apprezzato la volontà di adempiere alla sentenza e l’apertura entro luglio di un tavolo tecnico. Il presidente Rossi ha parlato di nuove forme per premiare la produttività, noi siamo d’accordo di superare il Foreg ed è positivo che ci sia l’impegno a ragionare insieme su dove recuperare le risorse».

Il segretario della Fenalt Maurizio Valentinotti lamenta che «si dovrà discutere senza avere alcuna idea delle risorse che potranno essere messe in gioco per recuperare un po' di potere di acquisto sullo stipendio tabellare, e quali margini ci saranno per le progressioni economiche». E invita i sindacati a muoversi compatti: «Dovremo puntare su una piattaforma unitaria e difenderla con i denti. I nostri politici si sono abituati alla comodità del fatto che i nostri contratti erano bloccati e che ogni anno potevano ridurre le spese con il basso turnover, è compito nostro suonare la sveglia e pretendere uno stanziamento che dopo anni di risparmi ed efficientamenti ci spetta».

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