Tonadico, asilo Alfiere della Repubblica
Una bimba è sordomuta: lingua dei segni fatta imparare a tutti i compagni. Premio al Quirinale dalle mani di Mattarella
PRIMIERO. La classe della Scuola dell’infanzia di Tonadico ha ricevuto ieri dalle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’attestato d’onore di “Alfiere della Repubblica”. La cerimonia si è svolta al Quirinale, dove il presidente ha conferito in tutto 29 attestati a ragazze e ragazzi che si sono distinti nella partecipazione, nella promozione del bene comune, nella solidarietà, nel volontariato e per singoli atti di coraggio: sono giovani che rappresentano modelli positivi di cittadinanza e che sono esempi dei molti ragazzi meritevoli presenti nel nostro Paese. Fra coloro che hanno ricevuto il riconoscimento ci sono state tre iniziative collettive, e quindi anche la scuola materna di Tonadico, in testimonianza di come «la cooperazione, tratto comune di molte iniziative giovanili, sia un elemento che contribuisce alla validità dei progetti poiché sin da piccoli è possibile eccellere stando insieme». Ieri alla cerimonia al Quirinale, da Mattarella, erano presenti in rappresentanza della scuola materna, la presidente Michela Lemma la coordinatrice del progetto Daniela Dalcastagnè e le maestre Carla Longo, Susanna Nami e Monica Capiotto.
I bambini e le insegnanti della scuola equiparata dell’infanzia di Tonadico hanno scritto insieme una storia che parla di reale inclusione e racconta di come la sordità di una bambina sia diventata una opportunità e una risorsa educativa per l’intera comunità locale. È la storia di Iulia, una bambina nata a Primiero in un ambiente dove, fino a qualche anno fa, non viveva nessun sordomuto, mentre oggi sono in tanti in valle a conoscere almeno le basi della lingua italiana dei segni. La scuola, frequentata da 45 bambini, ha accolto Iulia progettando un percorso educativo «caratterizzato dalla volontà di ripensare e trasformare spazi, pratiche, metodologie educative per rendere le esperienze accessibili e arricchenti anche per lei: sono pensate pratiche di apprendimento basate sulla relazione tra bambini in un’ottica bidirezionale dove l’attenzione è quella di accompagnare Iulia a comunicare con gli altri bambini e gli altri bambini a elaborare strategie e modalità differenziate per comunicare con Iulia».
I bambini hanno iniziato così utilizzare anche la lingua dei segni, impiegando la gestualità, usando i segni per costruire interazioni, modulando le loro espressioni a seconda degli interlocutori. Il tutto è avvenuto quindi soprattutto grazie alla determinazione delle insegnanti della scuola per l’infanzia, supportate dalla facilitatrice della comunicazione inserita nella scuola, riuscendo a trasformare le difficoltà di Iulia in una straordinaria occasione di crescita. Ora i bambini - e con loro il personale della scuola, dalle collaboratrici pedagogiche alle cuoche - conoscono le basi della lingua italiana dei segni e ciò ha anche permesso loro di comprendere che esistono altre modalità di esprimersi oltre alle parole: per il gruppo, quella dei segni è come una seconda lingua. Parallelamente si sta costruendo una rete professionale tra insegnanti della Scuola dell’infanzia e della primaria per dare senso e significato al percorso di continuità e per condividere informazioni, buon pratiche, metodologie.
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