Sórc dorotea, oro giallo del Vanoi
Prosegue il recupero agricolo e culturale del granoturco autoctono
PRIMIERO. L’Ecomuseo del Vanoi, nel 2005 ha avviato il progetto “Sórc”. A spiegare i con tenuti al Trentino è Angelo Longo, antropologo e ricercatore primierotto.
Longo, a che punto è il progetto?
Gli obiettivi principali sono tre: salvare un patrimonio di saperi e luoghi legati al granoturco (tempi e modi di coltivazione, spazi e tecniche di molitura, ricette e cibi della tradizione); stimolare una nuova modalità di relazione tra abitanti e territorio (riscoperta e riutilizzo di terreni, nuovo approccio al paesaggio di montagna); supportare nuove possibili attività economiche (produzione e vendita di farina, miglioramento dell’offerta alimentare e quindi turistica). Il progetto ha messo in luce in maniera completa e organica il valore storico, culturale, territoriale e culinario del sórc. Ha promosso una ricerca storico-antropologica che ha portato alla realizzazione di interviste e alla raccolta di immagini e testimonianze (confluite nel disciplinare “Custodiamo il sórc” del 2007). Si è proceduto alla ristrutturazione dei Mulini di Ronco Cainari, oggi visitabili e utilizzati per attività didattiche e incontri tematici. Ha visto poi il recupero di un’antica varietà locale, il “sórc dorotea”: riconosciuto come ecotipo, si presenta come un mais semi-vitreo, dal chicco tondo e dorato disposto in 15-18 file su di un tutolo tozzo e troncoconico. Dalla sua molitura si ottiene una farina integrale che eccelle in delicatezza e dolcezza.
Cosa ha comportato il recupero del “sórc dorotea” ?
Si è riflettuto e lavorato sulla farina come pregiato prodotto alimentare (per polenta, pane, biscotti); sulla produzione artigianale di oggetti da cucina (taglieri, coltelli); sull’utilizzo di prodotti secondari (borse e cestini); sulla salvaguardia di elementi architettonici finalizzati all’essiccazione e stoccaggio delle pannocchie; sull’attivazione di momenti conviviali e d’incontro per la comunità e per i suoi visitatori (la defogliazione, la sgranatura, la molitura e la “prima polenta” dell’anno).
Quali sono i risultati?
In 13 anni di attività sono stati più di cento i coltivatori che in modo amatoriale hanno coltivato il “sórch dorotea”. Da alcuni anni hanno poi aderito al progetto anche delle attività economiche: infatti tre aziende agricole locali stanno coltivando “sórc dorotea” per la produzione di farina (“Dalaip dei Pape”, “l’Agricola Solan” e “La Mandola”) che viene utilizzati da alcuni panificatori, tra i quali “La Pistoria” di Canal San Bovo che ha sperimentato la produzione di grissini e pani a base di “sórch dorotea”, e da ristoratori che servono polenta veramente “nostrana” (tra questi ’“Agritur Dalaip dei Pape” e “Cant del Gal”).
Chi può partecipare al progetto?
Chiunque può farlo richiedendo all’Ecomuseo la semente necessaria e ricevendo supporto tecnico sulle modalità di coltivazione grazie all’accordo con il “Biodistretto del Vanoi” che ne è diventato uno dei massimi sostenitori. (r.b.)