Parco e scuole da 10 anni insieme per le rondini 

Progetto didattico-scientifico. Il monitoraggio avviato dai ricercatori di Paneveggio ha  coinvolto 882 alunni di 12 istituti di Primiero, Fiemme e Fassa. Catalogati 307 siti di nidificazione



Primiero. Grazie ad una straordinaria e proficua collaborazione tra il Parco di Paneveggio Pale di San Martino e gli Istituti scolastici locali (Primiero, Val di Fiemme e Val di Fassa, le tre valli comprese nel territorio del Parco), per ben 10 anni sono stati raccolti dati dettagliati sulla presenza delle rondini nella zona. Non risulta ad oggi in Italia un progetto didattico-scientifico di così lunga durata dedicato a questi infaticabili uccelli migratori. Dieci anni di studio e monitoraggio con le scuole: 882 alunni, 71 classi, 12 istituti scolastici, numeri che danno un’idea della portata di questo progetto, uno dei più lunghi monitoraggi continuativi effettuati in Italia sulle rondini in ambiente urbano.

«Da sempre associate alla primavera e alla ripresa della vita, da qualche decennio in tutta Europa anche le rondini mandano segnali preoccupanti sugli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici (e non solo); questa consapevolezza - dicono i ricercatori del Parco che hanno lavorato a questa lunga esperienza- è stata la grande motivazione che ci ha spinto a voler conoscere la situazione locale, nelle nostre valli: quante sono le rondini che tornano ogni anno? Dove costruiscono i nidi? Quanti sono i nidi che vengono distrutti dall’uomo? Questi sono solo alcuni dei tanti interrogativi che ci siamo posti fin dall’inizio (era il 2010) e che, anno dopo anno, abbiamo voluto condividere con i bambini».

Ancora qualche dato per capire la portata della ricerca: 1.255 rilevamenti hanno permesso di individuare, georeferenziare e catalogare, 307 siti di nidificazione e 469 nidi, di cui il 75% di balestruccio, il 14% di rondine montana e il 10% di rondine comune.

«Nonostante difficoltà ed incertezze di questo periodo - dicono ancora i ricercatori - il nostro monitoraggio prosegue; abbiamo bisogno di altri dati per approfondire in modo scientifico le priorità e le esigenze delle “nostre” rondini, ecco perché invitiamo gli insegnanti ad aderire ancora a questo progetto.

L'idea è quella di sensibilizzare le comunità delle nostre valli attraverso un’attività di “scienza partecipata”, che vede gli alunni svolgere un ruolo da protagonisti, sia come raccoglitori di dati (censimento dei nidi) che come messaggeri di una buona coscienza. Infatti, pur essendo condivisa tra gli adulti la percezione che “ci sono molte meno rondini di un tempo”, l’abitudine ad abbatterne i nidi continua ad essere purtroppo diffuso anche nei nostri paesi. Non sono pochi coloro che antepongono il fastidio delle deiezioni al beneficio derivato nell’ospitare uccelli insettivori così specializzati: per allevare una covata di rondine sono necessarie 150.000 tra mosche e zanzare, circa 1 kg di insetti! Con l’impegno “sul campo” i bambini prendono a cuore la salvaguardia delle rondini riuscendo a trasmettere il senso della loro “mission” direttamente alle proprie famiglie così come agli amministratori locali. Ed è proprio questo il fine ultimo del progetto: l’invio ai sindaci di speciali cartoline per ricordare che i nidi delle rondini non possono e non devono essere distrutti, anche in rispetto di quanto è stabilito dalle normative in materia». R.B.













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