POESIA

Dall’ex Cinema alla Masera: le “ruine levicensi” raccontate in versi

A comporli Alberto Giacomoni, che guarda a Dante: “Curati di lor mentre guardi e passi”



LEVICO. Versi in rima per ricordare gli edifici in rovina di Levico Terme: ex Cinema Città, Masera e il compendio alberghiero a Vetriolo. Autore l'ingegner Alberto Giacomoni, appassionato di poesia levicense, di professione responsabile dell’Ufficio Finanza di Progetto di un noto gruppo bancario.

La composizione è in versi endecasillabi, con rima incatenata.

Il numero di terzine è pari 6, multipo di 3, numero simbolico per Dante.

 

 

Terzine levicensi: si parla di ruine…

Nel bel mezzo del centro in via Dante

mi ritrovai contro a una ruina oscura,

senza tetto e molto pericolante.

E’ così quando l’uomo non cura;

non serve poi fare alcuna moina,

se sai che il cinema a lungo non dura.

Il cinema non è la sola ruina;

la Masera si erige minacciosa

a chi all'edificio s’avvicina.

Da molti anni si discute indarno a iosa.

Voglion demolir con il tritolo;

agir anni pria, era bella cosa.

Poi volgo il guardo verso Vetriolo;

delle antiche e già frequentate terme

lì vedo, consunto, il ricordo solo.

A tali ruine non restare inerme,

curati di lor mentre guardi e passi.













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