Travolti da una valanga salvi due scialpinisti 

Sfiorato il dramma: una comitiva stava scendendo un canalone del Carega quando è stata investita dalla neve. I due sepolti estratti dai compagni



PICCOLE DOLOMITI. Hanno corso un grosso rischio i due scialpinisti che ieri sono stati investiti da una valanga sulle Piccole Dolomiti. I due, un uomo e una donna, stavano scendendo assieme ad altre sette persone con gli sci ai piedi lungo un canale innevato sul Vajo, a monte del rifugio Cesare Battisti, nel comune di Recoaro, a poca distanza dal confine trentino.

Poco sopra di loro, un distacco nevoso è crollato nel canalone trascinando i due scialpinisti a valle per circa trecento metri, mentre gli altri della comitiva sono rimasti illesi.

Quando la valanga si è fermata, la donna era rimasta sommersa, mentre l'uomo semisepolto. I compagni, dopo aver dato l’allarme al 118, sono intervenuti subito, accorrendo per liberare dalla neve i due amici. Per fortuna, riuscendo nell’impresa con una certa agevolezza.

L’unica a riportare una lievissima conseguenza è stata la donna, uscita dalla neve con una modesta contusione ad una mano. L’uomo semisepolto invece è rimasto illeso. A questo punto il gruppo ha ricontattato il 118, spiegando che - vista la sorte benevola e le scarsissime conseguenze fisiche - sarebbero rientrati con i propri mezzi, e informando che l’allarme era stato per fortuna superato dai fatti.

Nel frattempo però si era mossa già una squadra del soccorso alpino di Recoaro. I soccorritori hanno preferito comunque andare incontro alla comitiva di scialpinisti per verificare che l’esito della disavventura fosse stato in effetti positivo.

Una volta sul posto, gli uomini del soccorso alpino ne hanno approfittato per procedere con i rilievi stratigrafici sulla valanga. Era stato allertato anche l'elisoccorso di Trentino emergenza, nel caso fosse stato necessario trasportare in quota personale specializzato, ma tutto è stato bloccato non appena è rientrato l’allarme.

Lieto fine dunque per i due scialpinisti, che liberati dai compagni hanno potuto proseguire la propria giornata sulla neve. Che avrebbe infatti potuto concludersi in maniera molto più drammatica. La fortunata combinazione di fattori - che l’uomo della strada definirebbe in modo molto più prosaico - ha invece evitato un’altra tragedia della montagna.

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