Rifugio Filzi sul Finonchio una storia lunga 90 anni 

Il compleanno. Domani i festeggiamenti preceduti oggi da un’esibizione di fisarmonicisti  Dall’inaugurazione alla distruzione durante la guerra alla rinascita della struttura grazie alla Sat


MATTEO CASSOL


Rovereto. Domani si festeggerà il novantesimo compleanno del rifugio Filzi sul monte Finonchio, struttura che, dai suoi 1.603 metri di quota, domina buona parte della valle dell’Adige. A essere precisi la ricorrenza sarebbe stata il 13 luglio, ma il rispetto delle misure legate al Covid ha spinto i gestori Alberto Giovannini e Monica Guerresi a rinviare di qualche settimana. Ecco quindi che si è arrivati a domattina: si inizierà alle 11 con la messa all'aperto celebrata dal parroco di Folgaria, alla quale seguiranno il saluto delle autorità e il pranzo in tre turni (alle 12, alle 13 e alle 14), per il quale è necessaria la prenotazione (0464/435620 oppure 348/0439224). Infine, alle 15.30 davanti al rifugio è in programma un'esibizione del coro Martinella di Serrada, che proporrà alcuni dei canti eseguiti nell'estate del 1930 dalla Sosat. Un anticipo di festa ci sarà però già oggi: alle 12 un concerto di fisarmonicisti intratterrà gli ospiti a pranzo.

“Il Brennero” del 1930

L’inaugurazione del rifugio, come ricostruito puntualmente da Antonio Girardi, avvenne domenica 13 luglio 1930: due giorni dopo il giornale “Il Brennero” riferiva che per quella «festa di bandiere, di sole e di popolo» erano affluite a Serrada «le rappresentanze degli alpinisti di Rovereto, Trento, Riva del Garda e Verona». Ma la storia del rifugio Finonchio affonda le sue radici già all’inizio del secolo scorso: il bollettino Cai-Sat del maggio-giugno 1914 riferisce che il delegato satino per Rovereto «convocò ripetutamente nella sede sociale alcuni cittadini allo scopo di discutere sull’opportunità di ultimare la costruzione della struttura iniziata anni addietro per opera di uno speciale comitato». Proposta accolta con favore, perché il Finonchio era ormai diventato «uno dei centri preferiti dagli amanti dello sport invernale». L’iniziativa fu stoppata però poche settimane dopo dallo scoppio della Grande guerra. L’idea del rifugio fu rilanciata una decina di anni più tardi, perché, come si legge nell’annuario Sat 1929-30, «il Finonchio, troppo bello e troppo comodo da Rovereto (ore 3), da Folgaria (ore 1 e mezza) e da Serrada (tre quarti d’ora), veniva sempre più preso di mira per escursioni da Rovereto e per passeggiate da Serrada e Folgaria». La sezione Sat di Rovereto, nata nel 1919, si fece carico del progetto affidato all’architetto Pietro Marzani. Nella primavera del 1929 si formò un altro comitato esecutivo che iniziò la raccolta dei fondi, a cui contribuirono enti e istituzioni roveretane, ma anche molti privati. Si arrivò così all’inaugurazione dell’anno successivo, ma il rifugio originale non durò molto; la struttura uscì infatti completamente distrutta dalla seconda guerra mondiale, ma nemmeno quella volta gli amanti del Finonchio si persero d’animo: nel 1956 l’assemblea della sezione roveretana della Sat decise per la ricostruzione del rifugio, potendo contare questa volta anche sul finanziamento della Regione. Nell’autunno del 1959 venne inaugurato il nuovo “Fabio e Fausto Filzi”. Seguirono i lavori di sistemazione del 1983-84 e l’importante ristrutturazione finanziata dalla Provincia conclusasi nel 2014. Ora si sta per completare l’allacciamento alla rete idrica.













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