Mori, bambole per “trattare” la demenza
MORI . La bambola come strumento terapeutico nella presa in carico di persone con problemi cognitivi e ritardi nello sviluppo: è questo il tema attorno al quale è stato sviluppato il corso che si è...
MORI . La bambola come strumento terapeutico nella presa in carico di persone con problemi cognitivi e ritardi nello sviluppo: è questo il tema attorno al quale è stato sviluppato il corso che si è tenuto nei giorni scorsi nel teatro dell’Apsp Benedetti di Mori, alla presenza di 25 dipendenti della struttura, quotidianamente a contatto coi residenti. Un evento reso possibile grazie al contributo della Cassa Rurale Alto Garda e legato a Doll therapy Italia, un gruppo di professionisti nell’ambito della cura delle persone con demenza e disabilità che credono nelle terapie non farmacologiche come linea di intervento ottimale nella gestione delle problematiche quotidiane e come veicolo di benessere e qualità di vita. La proposta, secondo il direttore dell’Apsp Antonino La Grutta, evidenzia «l’impegno della struttura nel cercare soluzioni innovative per la gestione di soggetti con demenza e problemi cognitivi, avendo particolare cura e attenzione alla salvaguardia della qualità di vita degli utenti». La docente del corso è stata la dottoressa Maria Silvia Falconi, educatore professionale tecnico di terapie non farmacologiche, che ha parlato tra le altre cose della bambola come strumento terapeutico nella presa in carico di persone con problemi cognitivi e ritardi nello sviluppo e della terapia della bambola come prevenzione dei disturbi comportamentali e come strumento riattivatore nei confronti di persone affette da demenza. I rappresentanti dei familiari sono stati poi invitati a un incontro relativo al corso di Doll therapy, praticamente un’estrema sintesi della giornata di formazione dedicata a tutti coloro che non hanno potuto partecipare e finalizzata ad aumentare le ricadute all’interno dell’organizzazione, attraverso il coinvolgimento di più persone possibili. (m.cass.)