Gazzi agli “Stati generali” spiega l’assistenza sociale
Un lagarino a Villa Pamphilj. Il presidente dell’Apsp Battisti di Mori a tu per tu con il premier Conte: «Il nostro comparto è stato falcidiato dall’austerity, con danni sotto gli occhi di tutti»
Mori. C’era anche un lagarino, tra chi ha “sfilato” a Villa Pamphilj a Roma per i cosiddetti “Stati generali” voluti dal premier Giuseppe Conte: si tratta di Gianmario Gazzi, roveretano, noto a livello locale per essere il presidente dell’Apsp Cesare Benedetti di Mori e a livello italiano per essere alla guida del Consiglio dell’ordine degli assistenti sociali, carica per la quale è stato invitato nell’ultima giornata della kermesse governativa.
L’emergenza post Covid 19
Dopo essersi guadagnato la ribalta nazionale all’epoca del caso Bibbiano (quando fu intervistato a più riprese per conoscere la posizione sulla vicenda della categoria che presiede), stavolta Gazzi si è seduto allo stesso tavolo di Conte e di vari suoi ministri (di fronte aveva il portavoce e consulente del premier Rocco Casalino) per chiedere interventi urgenti in materia di integrazione socio-sanitaria, politiche sociali e servizi sociali legati all’emergenza Covid-19. Tra i temi esposti, la grande differenza in termini di investimenti e opportunità in tal senso tra territori del nord-est come il Trentino (presentato come esempio virtuoso assieme al Friuli) e il resto d’Italia. «Negli Stati generali – spiega Gazzi – l’ultimo punto del dibattito era legato alla salute e per questo hanno convocato tutte le professioni sociosanitarie che fanno parte della consulta, e quindi anche noi come Consiglio nazionale dell’ordine degli assistenti sociali. Il Governo ci ha chiesto di fare proposte per affrontare la crisi e giocarsela in termini di rilancio». Molti dall’esterno hanno bollato quella andata in scena per una decina di giorni a Villa Pamphilj come un’inutile e costosa passerella. Che ne pensa Gazzi? «Devo dire che il presidente Conte e i ministri hanno ascoltato molto e hanno preso appunti. Per mia formazione sono convinto che ogni confronto sia positivo e noi abbiamo anche depositato un documento. Per capire se sia stato un passaggio utile o solo una passerella bisognerà attendere se nelle prossime settimane arriveranno o meno gli atti conseguenti, altrimenti saranno state solo chiacchiere. Ma devo dire che ho visto Conte molto attento, e così anche Speranza, Azzolina, Gualtieri, Patuanelli, i sottosegretari e i viceministri. Penso che abbiano capito che il nostro comparto è stato falcidiato dall’austerity, con danni che sono sotto gli occhi di tutti. Da vent’anni poi attendiamo i livelli sociali essenziali».