Discarica nella ex cava doppia serata a Pilcante
Battaglia tra esperti. Oggi l’incontro promosso dal Comitato che non vuole l’impianto mentre lunedì prossimo arriveranno tecnici della Provincia e progettisti a spiegare perché si può fare
Ala. Cava di pilcante prossima a essere trasformata in discarica di inerti. tra le preoccupazioni di molti ma anche le speranze di chi vede questo passaggio come il modo per recuperare un’area devastata dalle estrazioni. è il momento di saperne di più: per stasera alle 20 in sala pax all’oratorio è convocata l’assemblea “controinformativa” del comitato “no discarica pilcante”, mentre il momento divulgativo istituzionale è stato fissato sempre alla sala pax e alle 20, ma per lunedì prossimo, 10 giugno, quando – come annunciato dall’amministrazione comunale – nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale sarà illustrato il progetto definitivo della discarica con il soggetto proponente (un imprenditore privato) e i tecnici del servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali della provincia.
Quanto è trapelato finora è che la cava, sito estrattivo di sabbia in via di esaurimento che fa capo alla famiglia manara e si trova a nord della frazione alense nei pressi del kartodromo, dovrebbe (o potrebbe, a seconda dell’esito delle valutazioni) essere convertita in discarica di inerti e quindi, nel giro di una quindicina d’anni, essere portata allo stato di parco pubblico o di vigneto. si tratterebbe in sostanza di riempire di rifiuti inerti provenienti da varie parti del trentino il buco scavato dalla cava, per poi a regime avere in superficie un’area verde di una decina di ettari. molti i dubbi (quando non le già conclamate contrarietà) del comitato: secondo gli oppositori a fronte di un riempimento previsto con 2,066 milioni di metri cubi di rifiuti inerti sarebbe stato richiesto di poter triplicare il limite consentito dei metalli tossici contenuti, il numero stimato di 64-128 camion al giorno sarebbe da raddoppiare considerando anche il ritorno e inoltre passerebbero tutti da pilcante a causa dell’inagibilità per i mezzi pesanti del ponte di chizzola e nonostante il previsto sistema di raccolta del percolato si rischia un inquinamento della falda acquifera che scorre solo due metri sotto la discarica. altre perplessità riguardano l’efficacia dei controlli sui carichi in entrata e del sistema di limitazione delle dispersioni delle polveri, oltre alla natura del futuro parco, «una montagna fatta di rifiuti che trasuderanno percolato e inquinamento a vita».
Sul tema a livello provinciale chiedendo lumi sulle intenzioni della giunta fugatti si è anche mossa lucia coppola di futura, che facendo proprie le preoccupazioni del comitato in un’interrogazione ha sottolineato, oltre agli altri aspetti, la richiesta di deroga alla valutazione di impatto ambientale per elevare di tre volte le concentrazioni di sostanze come arsenico, cadmio, cromo, rame, piombo e mercurio: «l’esposizione ambientale a metalli tossici (arsenico, piombo, cadmio, mercurio, rame) sta diventando motivo crescente di preoccupazione, viste le possibili ricadute sulla salute delle persone. studi recenti suggeriscono anche un possibile ruolo negativo di queste sostanze anche a concentrazioni nettamente più basse di quanto ritenuto finora».